Tu sei qui

Riflessioni sul progresso scientifico e tecnologico

Mauro Ceruti, Francesco Bellusci

Raffaello Cortina,
Milano
pp. 144
Anno di edizione originale: 2023
ISBN: 9788832855814

Mauro Ceruti, allievo di Edgar Morin e professore ordinario di logica e filosofia della scienza alla Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) di Milano, filosofo e consulente governativo, possiede una lunga esperienza come docente e ricercatore presso le Università di Palermo, Politecnico di Milano e Milano Bicocca. È uno dei maggiori studiosi italiani di pensiero complesso applicato alla società umana. In questo volume, scritto con il saggista Francesco Bellusci, Ceruti riflette su quali siano le condizioni per assicurare la sopravvivenza e il progresso della società umana in un momento della storia, l’antropocene, in cui l’uomo è ormai capace di influenzare l’intero pianeta e, in certo modo, di prenderne il controllo. Egli introduce in proposito la nozione di “umanesimo planetario”, volendo con essa indicare un approccio, resosi oggi necessario, capace di inquadrare e risolvere i problemi complessi che coinvolgono il genere umano nel suo insieme: «La coscienza dei problemi vitali (morali, sociali, ambientali, planetari, terrestri) che oggi concernono l’umanità così come l’intelligenza che sa riconoscere l’interconnesione fra tutti questi problemi vitali sono la linfa dell’umanesimo planetario» (p. 112). Tutto ciò equivale a “ripensare” e “umanizzare” la modernità, passando da una modernità come affermazione del singolo, ad una modernità come affermazione dell’unificato, del planetario, appunto. I problemi che richiedono di essere affrontati in termini di umanesimo planetario non sono limitati alle questioni inerenti la custodia dell’ambiente ma, più in generale, riguardano tutte quelle dinamiche in cui la natura relazionale dell’essere umano, dei popoli e delle loro attività, obbligano a ragionare in termini cooperativi e responsabili. Alla costruzione di un umanesimo planetario devono concorrere insieme sia le competenze scientifiche sia quelle umanistiche. Esso viene dunque favorito dal dialogo fra le discipline, ma anche fra i popoli e le culture. Anche le religioni della terra, in quanto depositarie di cultura e di visione sapienziale, possono e devono concorrere alla costruzione di un simile umanesimo. Ceruti argomenta, in modo opportuno, che l’umanesimo planetario è la risposta da fornire oggi alla prospettiva transumanista, che con le sue seduzioni ritiene di preparare un futuro migliore modificando la natura umana, per renderla adatta alle trasformazioni cui inevitabilmente soggiacerà. La crescita dell’essere umano di fronte al futuro, afferma Ceruti, non dipenderà dalla trasformazione e dal superamento della sua natura, bensì dalla sua capacità di cooperare in modo conforme alla propria natura, razionale, relazionale, responsabile. «Si può leggere un “progresso verso il meglio” – affermano gli autori – nell’emergere di una cultura e di un’etica planetaria, di una socializzazione fluida e complessa (a più livelli: locale, regionale, nazionale, globale) e dell’aspirazione a trasformare e istituzionalizzare l’interdipendenza planetaria in un progetto solidale e in una cosmopoli, dove l’universale non è più astratto, ma singolare e concreto, poiché si parla di un pianeta singolo, di una umanità singola che affronta problemi concreti e comuni di vita, di morte e di progresso» (p. 127). Il salto da compiere, sostengono gli autori, è insieme antropologico ed epistemologico: ragionare in termini di interconnessione e di unificazione è un’esigenza sul piano della prassi, ma anche su quello della conoscenza. Favorire il dialogo interdisciplinare e l’unità del sapere contribuiscono a conferire coscienza solidale al genere umano nel suo insieme; e, viceversa, una maggiore solidarietà sociale mostrerà la necessità di un pensiero integrato. Il volume è di agevole lettura e si sviluppa in cinque capitoli per un totale di circa 130 pagine.

2024