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Archivio segnalazioni e notizie

Novembre, 2023

Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, la Pontificia Academia Latinitatis cura il Concorso per l’assegnazione del Premio delle Pontificie Accademie, la cui finalità è quella di promuovere e sviluppare l’umanesimo cristiano.

Ai vincitori saranno consegnato dal Cardinale Segretario di Stato, a nome del Santo Padre, nell’annuale Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie la Medaglia d’oro del primo classificato e la Medaglia d’argento del secondo classificato.

L’Accademia propone due ambiti tematici per l’assegnazione del Premio:

1.       De rerum natura: il latino e la scienza dall’Antichità all’età moderna;

2.       De re publica: il latino e la politica dall’Antichità all’età moderna.

Leggi più informazioni sul bando nel comunicato

Maggior informazioni 

Dicembre 2023

Zygon: Journal of Religion and Science: annunciato il contenuto del fascicolo 58 (2) / 2023
Ecco il link per visualizzarlo.

November, 2023

Dalla crisi climatica alla resilienza climatica
Un vertice congiunto PAS e PASS di 3 giorni per piegare la curva e riprendersi

Il Vaticano, attraverso la Pontificia Accademia delle Scienze, ha dato vita a una nuova iniziativa sulla resilienza climatica nel 2022 e ha riunito ricercatori, politici e leader religiosi per comprendere le sfide scientifiche e sociali del cambiamento climatico e raccomandare soluzioni per persone resilienti ed ecosistemi resilienti. Il concetto di resilienza climatica adattato per organizzare questo vertice segue queste raccomandazioni.

La resilienza climatica deve basarsi su tre pilastri:

- Mitigazione per ridurre i rischi climatici;

- Adattamento per gestire rischi inevitabili;

- Trasformazione della società per consentire la mitigazione e l’adattamento.

La resilienza climatica fa parte di una tripla crisi ambientale interconnessa: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e disuguaglianza globale. Nel progettare questo Summit, seppure incentrato sul cambiamento climatico, si metteranno in evidenza anche soluzioni che affrontino anche la biodiversità e la disuguaglianza. I risultati umani particolari su concentrerà la ricerca sono correlati alle seguente dinamiche: aumento della povertà, migrazione umana forzata e salute pubblica, compresa la salute mentale.

La resilienza climatica richiede sia partenariati interdisciplinari tra ricercatori, ingegneri e imprenditori, sia partenariati transdisciplinari tra leader scientifici e comunitari, inclusi leader religiosi, ONG e pubblico. Sindaci e governatori costituiscono il nucleo di tali partenariati transdisciplinari.

Data evento: 15-17 maggio 2024

Maggiori informazioni sull'evento.

9 novembre 2023

È di oltre 330 milioni di euro lo stanziamento denominato Fondo Italiano per la Scienza (FIS) per la ricerca di base sul modello del prestigioso programma comunitario dell'European Research Council (ERC).

Il primo agosto la Ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto che fissa il budget complessivo e le modalità di assegnazione. Il Fondo è pensato per ricercatori emergenti ed esperti nei principali ambiti di ricerca: dall'ingegneria alle scienze della vita. Una percentuale di almeno il dieci per cento del Fondo è destinata a interventi in favore di giovani ricercatori di età inferiore a 40 anni. La domanda di partecipazione deve essere presentata dal Principal Investigator, soggetto proponente, entro il 9 novembre 2023 a questo link: https://fis-submission.mur.gov.it.

Sarà il Comitato nazionale per la valutazione della ricerca (CNVR) a occuparsi di promuovere la qualità della ricerca e di assicurare il buon funzionamento delle procedure di valutazione indicando i criteri generali e definendo gli elenchi dei componenti dei Comitati di valutazione (CdV), uno per ciascuno dei ventotto settori di ricerca ERC.

Il primo bando FIS, di 50 milioni, lanciato nel 2021, ha avuto molto successo in quanto sono stati quasi 2000 i progetti presentati e sono state 47 le proposte scientifiche d’eccellenza che riceveranno un finanziamento di circa un milione di euro ognuna, come comunicato lo scorso luglio. A fronte del successo riscontrato dalla prima procedura FIS 2021 in termini di domande presentate, nell’ottica di garantire la massima partecipazione sarà consentito anche ai Principal Investigator che non abbiano superato la fase iniziale della procedura FIS 2021, di accedere a questa nuova procedura.

Avere aumentato il FIS passando da 50 a 330 milioni è un passo molto importante per la ricerca di base e molto significativo in quanto va nella direzione di investire nella ricerca con investimenti stabili, che diano prospettiva, certezza e che mirino all'eccellenza.

(testo pubblicato nel Bollettino della Società Italiana di Fisica, "Prima pagina", n. 116)

17 ottobre 2023

Il giorno 17 ottobre alle ore 17:00 nell'Aula vecchia del Sinodo, Cortile del Belvedere, Città del Vaticano, si terrà la consegna del premio Ragione Aperta (Extended Reason Awards).

Il riconoscimento, promosso dall'Università Francisco de Vitoria (UFV) di Madrid e dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, premia l'eccellenza nella ricerca e nella didattica, al fine di favorire l'integrazione tra le diverse discipline e sottolineare l'importanza della "ragione aperta" promossa da Benedetto XVI.

I PREMIATI:

SEZIONE DOCENZA: Giuseppe Tanzella-Nitti e Stefano Oliva, Centro di Ricerca DISF, Pontificia Università della Santa Croce;
Juan Serrano y Carola Díaz de Lope-Díaz Universidad Francisco de Vitoria;
SEZIONE RICERCA:  Anna Rowlands, Durham University, Simon Maria Kopf, ITI Catholic University;
MENZIONE D’ONORE: Elizabeth Newman, Baptist House of Studies, Duke University Divinity School.

Per maggiori informazioni sul programma dell’evento cliccate qui.

4 luglio 2023

    

CISRECO (Centro Internazionale di studi sul Religioso Contemporaneo) mette a disposizione 10 borse di studio destinate a giovani ricercatori per partecipare alla XXX Summer School on Religions sul tema Riorientare la nostra civiltà o il nullaNell’era dell’antropocene e di continue guerre: le religioni, le scienze, le arti ci salveranno dall’estinzione? che si terrà a San Gimignano e Passignano (SI) dal 23 al 26 agosto 2023. Per partecipare è neessario invire, entro il 15 luglio 2023, un abstract per una comunicazione e un breve CV alle coordinatrici della sezione “Giovani studiosi”: veronica.roldan@unicusano.it e simonascotti@inwind.it

    

Per ulteriori informazioni qui.

 

Novembre, 2023
Theology and Science (Journal): pubblicato il fascicolo 21 (4) / 2023 
Ecco il link per visualizzarlo. 
12 giugno 2023

Lo scorso 28 maggio ci ha lasciato Owen Gingerich, astrofisico e noto storico della scienza, già Preside del Dipartimento di Storia della Scienza a Harvard e astronomo emerito senior allo Smithsonian Astrophysical Observatory. Aveva 93 anni. 
Il professor Gingerich ha insegnato per molti anni astronomia e storia della scienza. Scrisse e tenne numerose conferenze sul tema della continuità e compatibilità tra scienza e fede. Nel 1970 gli capitò tra le mani una copia del "De revolutionibus orbium coelestium", il celeberrimo trattato astronomico di Niccolò Copernico. 
Iniziò così un approfondito esame sugli effetti delle censure al De revolutionibus, attraverso un’accurata analisi degli esemplari fino ad oggi conservati. I risultati del suo studio diedero nuova luce sulla formazione della visione moderna del mondo, attraverso l’analisi dell’opera di tre dei principali protagonisti: Tolomeo, Copernico e Keplero. La sua ricerca su questo argomento è documentata nell'opera: "The Book Nobody Read: Chasing the Revolutions of Nicolaus Copernicus" (2004). 
Cattolico e credente, Owen Gingerich ha offerto una riflessione personale con il libro Cercando Dio nell'universo. Un grande astronomo tra scienza e fede (Lindau, 2017), nel quale  testimonia la sua forte convinzione nella compatibilità tra il ruolo dello scienziato e la fede nel disegno divino. 

 Leggi il necrologio preparato dal New York Times 

 

 

Novembre, 2023

Scientia et Fides: pubblicato l'indice del nuovo numero - Vol. 11, No. 2 (2023)
Ecco il link per visualizzare l'indice e gli articoli

27 Marzo 2023

In piena pandemia, il 27 di marzo del 2020 Papa Francesco, da solo, sotto la pioggia, nel buio di quella sera, sale in piazza San Pietro per pregare con e per tutta l’umanità flagellata dal Covid, poi, entrando nel Tempio, prega e benedice tutto il Popolo di Dio, ovunque disperso, ma radunato nella speranza ed in preghiera col cuore in quella piazza. È la Statio Orbis. A partire da quel giorno sono nate – per iniziativa del Dicastero per la Comunicazione, guidato dal Prefetto Paolo Ruffini e dal Segretario mons. Lucio Adrian Ruiz – diverse iniziative affinché questo evento non venisse dimenticato. Nel 2021 la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede”, ha racchiuso le parole e le immagini più importanti di quell’evento, significando la tenerezza e la benedizione che il Santo Padre aveva voluto far arrivare a tutta l’umanità in un momento di difficoltà esistenziale.

    

Poi – nel 2022 – il libro, in una edizione “mini” (10 x 8 cm) è stato depositato allo Svalbard Seed Volt nell’isola norvegese di Spitsbergen, inscritto come “seme di speranza”. E questo evento ha, a sua volta, segnato l’inizio di un progetto più grande, portato avanti con l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, che ha come obiettivo istituire il 27 di marzo come Giornata Mondiale della Speranza.

    

Nel terzo anniversario della Statio Orbis e nel decimo anniversario del Pontificato, il Dicastero per la Comunicazione, ha lavorato con soggetti tra loro molto diversi per lanciare, insieme, un rinnovato segno di speranza; a partire da quel primo seme. E’ nato così un progetto, coordinato dal Segretario del Dicastero, Monsignor Lucio Adrian Ruiz, che ha coinvolto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Il Politecnico di Torino, l’Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro – IDGCE, l’Istituto Universitario Salesiano Venezia – IUSVE e l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino: la missione spaziale “Spei Satelles”.

   

Il libro del Papa, “Perché avete paura? non avete ancora fede”, che porta il messaggio della Statio Orbis, è diventato, grazie al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed in particolare all’attività dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie coordinata dal dott. Andrea Notargiacomo, un “nanobook” (una lastra di silicio, di 2x2x0,2 mm), in cui è stato inciso il libro ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di micro e nanofabbricazione.

   

Per mettere in orbita, come segno e profezia di speranza, questo micro-manufatto, l’Agenzia Spaziale Italiana ed il Politecnico di Torino hanno lavorato poi in stretta sinergia. I giovani dell’Ateneo torinese, guidati dalla prof. sa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito a tempo di record un CubeSat 3U SpeiSat che potesse ospitare e custodire il nanobook.

   

L’Agenzia Spaziale Italiana guidata dall’ing. Giorgio Saccoccia ha reso possibile il suo sviluppo, il lancio e la messa in orbita bassa terrestre (Low Earth Orbit-LEO) ad un’altitudine di circa 525 Km. Il lancio è previso per il 10 di giugno del 2023 dalla base di Vandenberg (VSFB) in California, USA. Il CubeSat viaggerà a bordo di un razzo Falcon 9, il vettore in due stadi parzialmente riutilizzabile di SpaceX. Il satellite è anche dotato, oltre che della strumentazione di bordo per funzionare ed essere guidato da terra, anche di un trasmettitore radio. Per il tempo di permanenza in orbita saranno captabili, nel momento in cui il satellite sorvolerà quella porzione di Terra, e facilmente codificabili in modo testo, frasi desunte dal Magistero Pontificio che hanno a tema la speranza e la pace. I messaggi sono in italiano, inglese e spagnolo.

   

La missione è stata pensata anche per attivare coloro che si lasceranno coinvolgere. Attraverso il sito www.speisatelles.org non solo è possibile seguire l’evolvere della missione, ma anche iscrivere il proprio nome in un chip che Spei Satelles custodirà in orbita. Per ottenere un virtuale boarding pass verrà chiesto di impegnarsi a fare un’opera di misericordia in favore della pace e la speranza. Ciascuno così può diventare seme di speranza concreto nel suo ambiente di vita.

  

Il logo della missione spaziale richiama tutti questi aspetti. È stato realizzato nell’ambito di un progetto didattico dagli studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia IUSVE guidatida Marco Sanavio. Il logo richiama innanzitutto le iniziali di Spei Satelles, il Custode della Speranza in lingua latina. Le due lettere “S”, disposte in maniera speculare, indicano la complementarità di “terra” (la semicirconferenza inferiore) e “cielo” (la semicirconferenza superiore), oltre a segnare l’orbita del satellite attorno al nostro pianeta. Un’altra traccia orbitale più esterna, tratteggiata, composta da 59 linee tante quante i grani del rosario, unisce tre forme, a rappresentare le tre grandi realtà presenti in Piazza S. Pietro la sera del 27 marzo 2020:

    

• la croce (nel logo con i lati ricurvi quasi a rappresentare una stella), elemento più grande e importante dei tre, che indica la presenza di Cristo Salvatore, che richiama sia la Croce di San Marcello che l’Ostensorio contente l’Eucarestia con la quale Papa Francesco ha benedetto l’umanità nella piazza vuota;

  

• la stella a 12 punte, a rappresentare la presenza della Vergine Maria, invocata come Salus Populi Romani;

  

• il triangolo più piccolo richiama la figura del Santo Padre mentre sale i gradini del sagrato della Piazza.

  

I tre puntini che compaiono a scavalco della traccia orbitale più esterna sono segno della presenza della Trinità, come pure il triplice annuncio della passione, morte e risurrezione nei vangeli sinottici, messaggio che dona speranza all’umanità.

    

Elementi tecnici e di senso, tecnologia e narrazione sono stati tra loro coordinati e tenuti insieme grazie al lavoro dell’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino guidato da don Luca Peyron. Gli attori di questa impresa spaziale, che inizia oggi, hanno così commentato: Il Presidente dell’ASI Giorgio Saccoccia sottolinea che: “La Santa Sede ha chiesto all’Agenzia Spaziale Italiana di aiutarla ad individuare e realizzare, grazie alla tecnologia spaziale, una soluzione che consentisse alle parole di speranza del Santo Padre di oltrepassare i confini terrestri e di raggiungere dallo spazio il maggior numero possibile di donne e di uomini sul nostro pianeta affannato. Per chi, come noi, è abituato a vedere nello spazio il luogo privilegiato dal quale osservare il mondo e comunicare con esso senza confini, è stato semplice immaginare una soluzione rapida, umile ed efficace per offrire ali al messaggio del Santo Padre. È nato così Spei Satelles, concepito in maniera da essere realizzato e gestito dai giovani, i primi destinatari del messaggio di fiducia che Papa Francesco volle offrire al mondo il 27 marzo del 2020. Un connubio tra fede e tecnologia per nutrire la speranza in un futuro migliore”.

   

Il Magnifico Rettore prof. Guido Saracco del Politecnico di Torino, istituzione che parimenti si è spesa molto per Spei Satelles, così si esprime: “Il programma Spei Satelles, con la progettazione e costruzione del satellite e con il controllo missione successivo, rappresenta un’occasione straordinaria per il nostro ateneo, soprattutto per i nostri studenti e ricercatori guidati dalla prof.sa Sabrina Corpino. I nostri giovani hanno potuto misurarsi con una sfida tecnica e scientifica non facile in un quadro valoriale che rappresenta una sfida umana e culturale decisiva. Il messaggio che il Politecnico accoglie e rilancia con questo progetto è che scienza e tecnica possono e debbono essere uniti in alleanza come portatori di un messaggio di speranza e di pace per il mondo intero. Tutti abbiamo in mente il 27 di marzo del 2020 e cosa stavamo vivendo. I nostri giovani hanno costruito un artefatto tecnologico che, a partire da quel momento iconico, parlerà al mondo e permetterà ad ogni persona di essere protagonista di speranza e fratellanza universali insieme a Papa Francesco”.

    

L’Arcivescovo metropolita di Torino, mons. Roberto Repole, sottolinea che: “Abbiamo tutti bisogno di speranza, in modo particolare i giovani. Custodire la speranza è la missione di questo satellite progettato e costruito da giovani, raccontato nel logo missione da giovani, abitato, speriamo, da molti giovani che vorranno salire a bordo con il Papa attraverso il sito impegnandosi così a seminare speranza e fraternità là dove abitano. Siamo lieti di aver contribuito con la pastorale universitaria e l’apostolato digitale della nostra Diocesi a far sì che una intuizione di Papa Francesco
si potesse concretizzare a testimonianza tanto della comunione ecclesiale quanto del desiderio dei credenti di entrare sempre più in dialogo con il mondo soprattutto nell’ambito della scienza e della tecnica”.

    

La Presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza ha dichiarato: “Oggi la scienza dell’infinitamente piccolo ci mette davanti a un progresso enorme: la capacità di miniaturizzare il nostro sapere facendolo viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. La ricerca scientifica accompagna il cammino dell’uomo individuando soluzioni per migliorare la qualità della vita, il benessere delle società, la salute del pianeta. Ma è anche uno strumento di dialogo grazie al quale abbattere barriere e costruire speranza: un aspetto, questo, particolarmente importante nel momento di conflitto che stiamo attraversando”.

   

Il Direttore dello IUSVE, don Nicola Giacopini ha affermato: “Siamo grati e quasi increduli di essere stati coinvolti così da vicino in questa esperienza che unisce la terra al cielo. I nostri giovani studenti e laureati in Comunicazione hanno potuto cimentarsi nell’elaborazione del logo e nella narrazione della missione Spei Satelles. Nella nostra didattica operiamo tutti i giorni mediante la comunicazione simbolica, propria anche del linguaggio religioso, per rendere i messaggi che desideriamo trasmettere accessibili e il più universali possibili”.

28 Febbraio

Tre astronomi della Specola Vaticana e un Papa legato alla Specola hanno ora degli asteroidi che portano il loro nome. Il 7 febbraio 2023 il gruppo di scienziati preposto a dare i nomi a piccoli corpi celesti dell’Unione Astronomica Internazionale ha pubblicato l’ultima serie di asteroidi con un nome (Bollettino WGSBN 3, #2), che comprende:

    

• 562971 Johannhagen — in onore di P. Johann Hagen (1847-1930) della Compagnia di Gesù (S.J.) e direttore della
Specola Vaticana dal 1906 al 1930.

     
• 551878 Stoeger — in onore di P. Bill Stoeger, S.J. (1943-2014), cosmologo e teologo della Specola Vaticana.

     
• 565184 Janusz — in onore di P. Robert Janusz, S.J. (nato nel1964), attualmente dello staff della Specola.

    
• 560974 Ugoboncompagni — in onore di Ugo Boncompagni (1502-1585), Papa Gregorio XIII, che diresse la riforma del calendario e diede inizio alla tradizione degli astronomi e degli osservatori papali. Egli incaricò l’astronomo P. Christopher Clavius, S.J. (che ha anche un asteroide che porta il suo nome – 20237 Clavius) di lavorare al progetto del calendario. Egli poi scrisse il libro in cui spiegava quello che oggi è chiamato il calendario “gregoriano”, usato, oggi, in tutto il mondo.

     

I quattro asteroidi, o “pianetini”, hanno tutti legami con la Compagnia di Gesù – i “Gesuiti”. Oltre trenta asteroidi portano oggi il nome di gesuiti. Alcuni sono Gesuiti di secoli fa, come Clavius, o p. Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), che sviluppò il sistema di nomenclatura lunare usato ancora oggi. (Ad esempio, quando la missione Apollo 11 atterrò nel “Mare della Tranquillità” lunare, il nome “Tranquillità” derivava da Riccioli).

     

Alcuni, come Janusz, sono gesuiti che lavorano ancora oggi. Poiché per secoli i gesuiti hanno viaggiato molto, questi oltre trenta asteroidi rappresentano diverse parti del mondo, come le Filippine (4866 Badillo), il Paraguay (6438 Suarez), la Cina (31124 Slavicek), la Repubblica Democratica del Congo (23443 Kikwaya) e l’Argentina (2490 Bussolini).

    

Secondo l’IAU, l’assegnazione di un nome particolare a un determinato asteroide (pianeta minore) avviene attraverso un processo che, in alcuni casi, può durare decenni. Quando viene scoperto un nuovo pianeta minore, gli viene assegnata una denominazione provvisoria, basata sulla data di scoperta, come “2002 LM60”. Quando l’orbita dell’oggetto è determinata in modo tale che la sua posizione possa essere prevista in modo affidabile in un lontano futuro (in genere dopo che è stato osservato quattro o più volte quando si avvicina alla Terra), gli è assegnato un numero definitivo, emesso in successione dal Centro dei Pianeti Minori della IAU, come “4179”.

     

A questo punto il suo scopritore è invitato a suggerirgli un nome. Non sono ammessi nomi di animali domestici o nomi di natura commerciale. I nomi di individui o eventi noti principalmente per ragioni politiche o militari non possono essere utilizzati fino a 100 anni dopo la morte dell’individuo o della data dell’evento.

     

I diritti di denominazione non possono essere acquistati. I nomi proposti vengono giudicati dal WGSBN, composto da quindici astronomi professionisti di tutto il mondo con interessi di ricerca legati ai pianeti minori e alle comete.

     

Le ricerche robotizzate hanno scoperto migliaia di nuovi asteroidi, per cui il WGSBN deve limitare il numero di quelli che ricevono un nome formale. Pertanto, la maggior parte degli asteroidi riceve solo una designazione numerica. Gli asteroidi Johannhagen, Stoeger e Janusz si aggiungono a molti altri già nominati da astronomi della Specola Vaticana, tra cui 302849 Richardboyle, 119248 Corbally, 14429 Coyne, 4597 Consolmagno, 23443 Kikwaya e 11266 Macke. (Fonte: Comunicato Stampa del Vatican Observatory)

15 Febbraio 2023

Il Centro di Ricerca DISF curerà un numero monografico della Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio (RIFL), in uscita a giugno 2023, dal titolo The interdisciplinary language of science, philosophy and religious studies, che intende riflettere sulle condizioni e le proprietà che rendono un linguaggio adeguato a ospitare temi interdisciplinari che coinvolgono scienza, filosofia e studi religiosi.

In tale occasione invita a presentare articoli scientifici sui seguenti temi:

  • Dimensioni filosofiche ed estetiche del linguaggio scientifico
  • Il ruolo dell'analogia nella scoperta e nella formulazioni scientifiche
  • L'autoconsistenza del linguaggio scientifico e la sua apertura semantica
  • L'uso di metafore e immagini nella scienza e la forza del linguaggio narrativo nella scienza, nella filosofia e nella religione
  • Polisemia e indeterminatezza nel dialogo interdisciplinare tra religione e scienza
  • La ricerca di un linguaggio efficace nella divulgazione scientifica
  • Mythos e Logos nel discorso su Dio
  • Il linguaggio apofatico nella scienza, nella filosofia e nella teologia
  • Parole chiave del dialogo interdisciplinare (es. natura, infinito, bellezza, spazio-tempo, ordine, ecc.): loro portata e implicazioni

La deadline per la presentazione del proprio contributo è il 15 febbraio 2023. Si accettano articoli in italiano, inglese e francese, di massimo 40.000 caratteri, compresi bibliografia e note a piè di pagina. Tutti i manoscritti devono essere accompagnati da un abstract (max 250 parole), un titolo e 5 parole chiave in inglese.

Per ulteriori informazioni visitare la pagina ufficiale della rivista o contattare l'indirizzo mail: segreteria.rifl@gmail.com.

 

7 maggio 2023

Festival dello spazio 2023 "Abitare lo spazio. Dalla terra alla luna e oltre"

 

Data del termine ultimo per la partecipazione al Concorso Festival dello Spazio 2023

  

In occasione della settima edizione del Festival dello Spazio di Busalla si indice un concorso a premi per un elaborato con la finalità di coinvolgere giovani impegnati negli studi universitari e nella ricerca che desiderano contestualizzare i loro studi o in un ampio quadro interdisciplinare, attento ai fondamenti umanistici, economici e sociali delle scienze spaziali.


Il progetto del concorso è stato messo a punto dall’Associazione Festival dello Spazio in collaborazione con la SISRI (Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca interdisciplinare). È patrocinato da Regione Liguria, Città Metropolitana di Genova e Comune di Busalla.

       
Gli elaborati vincitori saranno presentati dai loro autori al Festival dello Spazio 2023, in programma dal 29 giugno al 3 luglio, e sarà pubblicato nella documentazione elettronica e cartacea del Festival. 
         
Il tema del concorso di quest'anno è “Abitare lo Spazio. Dalla Terra alla luna e oltre”. Il concorso è aperto a giovani di nazionalità Europea (stati membri UE ed ESA), di età non superiore ai 35 anni alla data del presente bando, in possesso di un diploma di livello universitario (almeno laurea triennale). L'elaborato dovrà essere inviato entro e non oltre il 7 maggio 2023 alla casella mail concorso@festivaldellospazio.com specificando nell’oggetto della email “Concorso Festival dello Spazio 2023"- Nome Cognome. 
      
Il Premio per il vincitore consiste in un assegno di 1000,00 euro. Per gli altri due finalisti il premio consiste in un assegno di 250 euro per ciascuno. La proclamazione del vincitore/vincitrice avverrà in occasione del Festival 2023. A tutti e tre sarà data tempestiva comunicazione dell’esito affinché partecipino al Festival dello Spazio 2023 e presentino in pubblico il loro elaborato. Le spese di viaggio dei tre finalisti e la loro accoglienza a Busalla saranno a carico dell’Associazione Festival dello Spazio, ente organizzatore del Festival.

   

Vai al sito del Festival dello Spazio

  

Scarica il bando del regolamento

  

Scarica le linee guida per la redazione dell'elaborato

17 dicembre 2022

Con il riconoscimento delle virtù eroiche diventa venerabile padre Matteo Ricci, gesuita, apostolo nella Cina a cavallo tra il 1500 e il 1600, riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Chiesa e tuttora venerato in Asia. La sua fama si è oggi diffusa spontaneamente ed appare unita ad una certa fama di segni. Più che con la parola, Ricci diffuse la fede con la santità della vita, con la carità verso tutti. Papa Francesco più volte ha ricordato la figura di padre Ricci che – ha detto - “è stato grande non solo per le cose che ha fatto che ha scritto, ma è grande perché è stato un uomo di incontri, un uomo della cultura dell’incontro, un uomo che è andato oltre all’essere straniero; è diventato cittadino del mondo”. Padre Matteo Ricci – ha affermato - è stato “tra i primi a stabilire un ponte di amicizia tra la Cina e l’Occidente, attuando un modello tuttora valido di inculturazione del messaggio cristiano nel mondo cinese”.

Fonte: Vatican News

  

Consulta il nostro Speciale dedicato a Matteo Ricci, che approfondisce il suo contributo allo sviluppo del dialogo fra scienza e fede in Cina

2023

Consulta il sito The Chronicle of Higher Education che offre notizie aggiornate su bandi, concorsi e posizioni aperte in istituzioni educative in tutto il mondo.

Segnaliamo:

2024

L'Accademia Nazionale dei Lincei pubblica sul proprio sito bandi, premi e borse di studio. Al seguente link l'elenco aggiornato con tutte le posizioni aperte clicca qui

Ottobre 2023
Philosophy, Theology and the Sciencesindice del fascicolo 10 (1) / 2023
Il link per visualizzare il nuovo fascicolo
16 ottobre 2022

Il libro di Giuseppe Tanzella-Nitti, Scientific Perspectives in Fundamental TheologyUnderstanding Christian Faith in the Age of Scientific Reason, è stato pubblicato da Claremont Press, California. Il volume contiene una selezione di capitoli originariamente apparsi in ligua italiana nell'opera in 4 volumi Teologia Fondamentale in Contesto Scientifico (Città Nuova, Roma 2015-2022), adattati per un pubblico di lingua inglese.

Scarica l'indice

pp. 485,  $ 19.99

ISBN 978-1946230-55-3

Acquista il volume

3 ottobre 2022

Il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina è stato assegnato (per intero) a Svante Pääbo, genetista svedese Direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, a Lipsia, in Germania.

La motivazione del prestigioso riconoscimento recita: “per le sue scoperte a proposito dei genomi di ominidi estinti e dell’evoluzione umana”. Pääbo è noto, non solo nella comunità scientifica di appartenenza, per aver sequenziato il genoma dell’uomo di Neanderthal, per aver scoperto una specie di ominidi, oggi nota come Homo di Denisova, studiando il DNA mitocondriale di un frammento di osso di dito ritrovato presso Monti Altaj in Siberia, e per aver mostrato come nel genoma degli attuali H. sapiens (la nostra specie) euro-asiatici si trovino porzioni di DNA neandertalense e denisoviano.

Di fatto, con questi suoi studi, Svante Pääbo ha fondato una nuova disciplina scientifica, detta “paleogenomica”, in grado di recuperare, sequenziare e studiare il DNA di specie estinte a partire da reperti paleontologici. Come si legge nel comunicato stampa per il conferimento: “Attraverso la sua ricerca pionieristica, Svante Paabo ha realizzato qualcosa di apparentemente impossibile: sequenziare il genoma del Neanderthal, un parente estinto degli esseri umani di oggi”.

Il neolaureato premio Nobel per la Medicina 2022 ha rilasciato un’intervista telefonica dalla quale traspare la dedizione alla ricerca e la sensibilità per le implicazioni ampiamente antropologiche e interdisciplinari dei suoi studi specialistici.

26 agosto 2022

L’ing. Giuseppe Locati ci ha lasciato venerdi scorso, 26 agosto 2022, a Monza, sua città natale, all’età di 83 anni. Imprenditore, artista, pensatore, apprezzava da anni le attività del Centro di ricerca DISF e quelle della SISRI, sostenendole. La sua è stata un’attività per molti versi unica. Non è facile trovare un noto imprenditore che, al tempo stesso, sia forse ancor più noto per le sue opere artistiche e conosciuto anche per i suoi libri di filosofia. Attività apparentemente diverse fra loro, ma legate da una visione e unitaria della realtà e della vita, frutto di un pensiero costruito negli anni, con pazienza e con passione. Per l’ing. Locati la realtà era un’unità a molti livelli: non solo materia da modellare in officina perché venisse trasformata in strumenti utili alla vita, ma anche materia da pensare e da meditare, perché luogo dove abita lo spirito, che sprigionava significati sempre nuovi. Erano quei significati che egli cercava di esprimere attraverso le sue opere, con le quali si sforzava di rappresentare le regole del nostro linguaggio e del nostro pensiero. Un uomo appassionato all’unità del sapere, per il quale cultura umanistica e cultura scientifica non erano parti divise di un sapere frammentato, ma aspetti di un’unica comprensione della realtà. Cercava modi per far dialogare fra loro pensiero scientifico e filosofia, ma si dirigeva volentieri anche alla teologia, perché persuaso che le risposte ultime e più profonde della realtà potevano giungere solo considerandola opera di un Creatore.

Conobbi Giuseppe Locati nel 2008, in occasione di un concorso per giovani laureati da lui promosso in collaborazione con i Lions di Monza, allo scopo di stimolare la riflessione sulle grandi domande filosofiche. Scoprimmo subito un intento comune, una passione che adesso ci legava: fornire gli strumenti perché le nuove generazioni non cadessero negli errori del riduzionismo e nel pragmatismo, ma coltivassero una “ragione aperta”, disposta ad andare in profondità, evitando superficialità e pressapochismo. Il “Premio Locati” ebbe diverse edizioni, tutte di grande livello, a varie delle quali fui invitato a prendere parte come membro della Giuria. Nacque così una collaborazione culturale che vide Locati partecipare a Roma ai workshop della SISRI (Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare) e a sostenere il lavoro che svolgevamo. I giovani restavano ammirati dagli ampi interessi di questo imprenditore brianzolo che maneggiava gli attrezzi dell’officina meccanica e quelli dell’artista con la medesima delicatezza, perché mosso dalla medesima ispirazione. Commentando una delle sue opere, il “Quasi-cubo” (1992), mi diceva: “Vede, da lontano sembra un cubo, razionale, squadrato; da vicino, invece, lo si scopre smussato, di strati e colori diversi, complesso. Così è la realtà. Non è mai chiusa in una fredda razionalità. È ricchissima e poliedrica, ma occorre imparare ad osservarla”.

Oltre alla squisita ospitalità nella loro casa a Monza, accanto alla moglie Elisabetta Galimberti, di Giuseppe Locati ricordo l’ottimismo e l’amore per la riflessione, per la meditazione silenziosa. Una consuetudine a prima vista distante dalle esigenze della vita contemporanea, scandita dai ritmi della produzione e dell’efficienza. Locati amava meditare, passeggiare in silenzio, pregare. La sua fede in Dio creatore era il filo conduttore che univa ispirazione artistica, passione per il lavoro, vita di studio e ricerca intellettuale. Il lavoro, tecnica e arte, era per lui il modo con cui partecipare all’attività creatrice di Dio. 

L’ing. Locati ci lascia un esempio straordinario, che ci proponiamo di tener vivo nel tempo, insieme al suo ricordo. Mi piace pensare che la sua ricerca dell’unità, dell’unificazione del molteplice nel semplice, sia stata adesso finalmente soddisfatta dalla contemplazione “dell’Amor che muove il sole e l’altre stelle”, contemplazione con cui Dante Alighieri conclude il suo pellegrinaggio nellaCommedia, speranza di ogni credente nel Risorto.

Giuseppe Tanzella-Nitti

 

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