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Archivio segnalazioni e notizie

12-13 aprile 2019

   

La Pontificia Accademia delle Scienze ha in programma un Workshop dedicato al tema al tema dell'origine di Homo sapiens, intitolato: "Chi erano, cosa hanno fatto, dove e quando. Nuovi fossili, nuovi artefatti, nuove tecniche, nuove datazioni, nuove domande". Lalista dei partecipanti e degli invited speakers sarà comunicata in seguito. 

Riportiamo qui di seguito la concept note preparata da Yves Coppens, lo scopritore nel 1974 di Lucy, lo scheletro del più vecchio ominide, datato circa 3.500.000 di anni.
   

L’origine dei preumani e la ragione della loro nuova posizione eretta

Oggi si presume che gli antenati comuni (Hominidae) dei preumani (Homininae) e dei pre-scimpanzè (Paninae) abbiano vissuto nell’Africa tropicale, 10 milioni di anni fa, in un unico ambiente forestale. I loro discendenti, invece, per via dell’assestamento della calotta antartica (per ragioni cosmiche), si sono dovuti confrontare con due tipi di ambienti diversi: uno coperto (sempre forestale) e uno meno coperto (foresta aperta). Questo ha portato ad una doppia discendenza dagli antenati comuni summenzionati, che sono diventati pre-scimpanzè nell’ambiente coperto e preumani in quello più aperto. La nascita dell’Antartide è stata spiegata dagli astrofisici, mentre i biochimici hanno studiato il perché di una vegetazione meno fitta (proporzioni di isotopi di carbonio nello smalto dei denti vertebrati prima e dopo 10 milioni di anni). Gli Homininae si sono adattati a questo nuovissimo ambiente aperto grazie a una postura eretta. I preumani quindi si ergevano alti, camminavano (ma sapevano ancora arrampicarsi), mangiavano frutti sugli alberi e radici in terra.

L’estinzione (?) dei primi preumani e l’emergere dei generi “intermedi”

Circa 4 milioni di anni fa, sempre nell’Africa tropicale, l’ambiente iniziò a diventare più asciutto e gli Homininae furono costretti ad adattarsi a questa nuova nicchia ecologica: è l’era dell’Australopithecus (conosciuto in Ciad, Etiopia, Kenya, Tanzania e Sud Africa) e del Kenyanthropus (conosciuto solo in Kenya).

L’emergere del tardo preumano e la nascita dell’essere umano (il primo Homo)

Tre milioni di anni fa, stavolta per via dell’assestamento della calotta artica (per ragioni cosmiche), gli ominidi dovettero affrontare una nuova siccità nell’Africa tropicale, meravigliosamente documentata dall’evoluzione della fauna. È a questo punto che, in Afar (Etiopia), Omo (Etiopia), Turkana (Kenya), Tanzania, Malawi e Sudafrica, appaiono due principali adattamenti degli Homininae (uno robusto e uno gracile) e diverse varianti per ognuno di essi. Questo è il motivo dell’emergere del genere Homo (uno degli adattamenti gracili menzionati).

I primi esseri umani fuori dall’Africa

Perlomeno 2,5 milioni e mezzo di anni fa, il genere Homo si spostò dall’Africa all’Eurasia, probabilmente attraverso la penisola del Sinai, dapprima verso l’Asia e, successivamente, verso l’Europa, probabilmente per ragioni paleogeografiche e paleoclimatologiche.

L’emergere dell’Uomo moderno in Africa e il suo “viaggio” in Eurasia

500.000 (?) anni fa apparve in Africa l’Homo sapiens, discente dell’Homo erectus; non conosciamo questi primi uomini moderni, ma la scoperta di Homo sapiens risalenti a 300.000 anni fa in Marocco e in Sudafrica dimostra il loro panafricanesimo. Quest’uomo moderno avrebbe usato, per raggiungere l’Eurasia, lo stesso metodo del suo predecessore 2 milioni e mezzo di anni prima. Infatti, sono stati recentemente scoperti in Israele i suoi resti più antichi, risalenti a 180.000 anni fa.

In breve, dall’importante simposio del 2013 sull’origine ed evoluzione dell’Uomo, dal suggestivo titolo Sur le chemin de l’Humanité, Via humanitatis, les grandes étapes de l’évolution morphologique et culturelle de l’Homme, Emergence de l’Être humain, proposto da Mons. Roger Etchegaray e dal Prof. Henry de Lumley e tenutosi alla Pontificia Accademia delle Scienze, sono stati scoperti nuovi fossili, nuovi artefatti, nuove datazioni, nuove tecniche per determinare specie e filiazioni, da cui sono emerse nuove domande. I segni di taglio ritrovati su ossa di vertebrati in Africa risalenti già a 3,4 milioni di anni fa, in Asia 2,6 milioni di anni fa, in America 130.000 anni fa, che significato hanno? In Africa, chi ha creato gli strumenti di pietra risalenti già a 3,3 milioni di anni fa? L’Homo (habilis) si trovava in Africa già 2,8 milioni di anni fa, l’Homo (habilis?) in Asia prima di 2 milioni di anni fa, l’Homo Sapiens in Eurasia circa 200.000 anni fa, in Europa circa 50.000 anni fa, in Siberia circa 50.000 anni fa? In Sudafrica compare un’affascinante contemporaneità, 300.000 anni fa, di due specie molto diverse (?) del genere Homo, sia nelle loro capacità cognitive che nella loro locomozione?! Che tipo di relazioni hanno intrattenuto? E, come sempre, non mancheranno le domande su “Che cos’è un uomo?” (solo Homo o più o meno?), “Quando apparve l’Uomo?”, e “Se l’Uomo è solo Homo, perché gli strumenti sono stati creati prima di lui?”

31 marzo 2019

L’Agenzia Spaziale Italiana, nell’intento di promuovere la ricerca scientifica in campo spaziale, favorendo condizioni utili all’ingresso di nuove risorse nel mondo produttivo, darà il suo sostegno alla Summer School Alpbach, organizzata dalla FFG (Österreichische Forschungsförderungsgesellschaft - Agenzia Austriaca per la Promozione della Ricerca), in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea.

Il corso è a numero chiuso e prevede un massimo di 60 partecipanti che, a conclusione dell’esperienza di studio, elaboreranno un project work finale che verrà pubblicato sul sito della Summer School.

L’edizione 2019, in programma dal 16 al 25 luglio, si terrà a Alpbach in Tirolo (Austria) e avrà come tematica "Geophysics from Space Using Micro- or Nano-Satellite Constellations".

L’ASI mette a disposizione tre (3) borse di studio da conferire a tre candidati italiani meritevoli, del valore complessivo di € 1.500,00 (netti) ciascuna, per la partecipazione al corso. 

Le candidature dovranno essere presentate on line, accompagnate da una lettera di endorsement di un docente universitario o equivalente. La lettera è obbligatoria ed è parte integrante della candidatura.

Il termine per la presentazione delle candidature scade il 31 marzo 2019.

Successivamente, le candidature italiane saranno sottoposte a procedura selettiva da parte di ASI, per l’assegnazione delle borse.

24 marzo 2019

Il premio per il miglior insegnante del mondo è stato vinto da Peter Tabichi, un frate francescano che insegna scienze e matematica in Kenya. Il Global Teacher Prize 2019 è stato assegnato il 24 marzo durante la cerimonia di premiazione svoltasi a Dubai. Qui Tabichi ha ricevuto il riconoscimento, dal valore di 1 milione di dollari, dall’attore americano Hugh Jackman.

Il premio
Il Global Teacher Prize viene assegnato ogni anno a un insegnante che ha dato un contributo eccezionale alla loro professione. E' stato istituito nel 2013 dalla Varkey Foundation, un’associazione che lavora alla creazione di nuovi programmi volti alla formazione di dirigenti scolastici e insegnanti e al miglioramento dell’educazione in generale.

Il vincitore
Peter Tabichi è stato scelto tra 10 finalisti provenienti da tutto il mondo. Il frate professore ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri. Devolve l'80% del suo stipendio ai progetti della comunità locale, tra cui istruzione, agricoltura sostenibile e costruzione della pace. Ha cambiato la vita dei suoi studenti in molti modi, come l'introduzione di circoli scientifici e la promozione della pace tra diversi gruppi etnici e religioni. Ha anche contribuito ad affrontare l'insicurezza alimentare tra la più ampia comunità nella Rift Valley a rischio di carestia.
Fra Tabichi infatti insegna nella scuola secondaria mista Keriko nel Pwani Village, qui il 95% dei suoi studenti vive in povertà e il 30% è orfano o proveniente da famiglie monoparentali. Inoltre, l'abuso di droghe, le gravidanze adolescenziali e il matrimonio precoce sono spesso causa di abbandono scolastico.
Dal palco racconta: "La scuola è in una zona molto remota. La maggior parte degli studenti proviene da famiglie molto povere. Anche la colazione è dura. Non sono in grado di concentrarsi, perché non hanno avuto abbastanza pasti a casa". Il suo motto nell’insegnamento è: “Per essere un grande insegnante devi fare di più e parlare di meno”.

15 marzo 2019

2019 Ian Ramsey Centre Summer Conference, Mathematical Institute and Eynsham Hall, Oxford, 19-20 July 2019

Short papers are invited on topics relevant to the conference themes, to be delivered in parallel sessions of 30 minutes duration (20-minute paper, 10 minutes discussion). Those wishing to contribute a paper should submit a title, a < 350-word abstract that situates the paper against its scholarly backdrop, and institutional affiliation by email to:

paul.rezkalla@anthro.ox.ac.uk

with the subject line:

“Compassion and Theodicy Paper Application”

Closing date for abstract submissions: Friday 15 March 2019

Notification of acceptance: Friday 22 March 2019

For questions on paper submissions, please contact: bethany.sollereder@theology.ox.ac.uk

The majority of the short papers will be presented on 20 July at Eynsham Hall. In addition, three papers will be selected by a panel of three assessors for a plenary session at the Mathematical Institute on 19 July.

Theology and Science is planning to publish a special edition with a selection of papers from the event.

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25 febbraio 2019

Segnaliamo la XIV Edizione del Premio “Pietro Tacchini” dedicato a questo astronomo che che, negli anni nei quali si realizzava l’Unità d’Italia, fu tra i fondatori della SAIt come Società degli Spettroscopisti Italiani

La Società Astronomica Italiana (SAIt) ha bandito per il 2019 un premio di 2000,00 euro, da assegnare alle migliori tesi del XXXI ciclo di dottorato in area scientifica generale (astrofisica teorica, osservativa, interpretativa).

Il bando è riservato a tesi di dottorato di ricerca del XXXI ciclo, in Fisica e Astrofisica. 

I premi saranno consegnati durante il Congresso annuale della SAIt, che si svolgerà a Roma dal 14 al 17 maggio 2019, e i vincitori potranno pubblicare un estratto della loro tesi sulla rivista della SAIt  “Il Giornale di Astronomia”.

La designazione e la relativa documentazione devono essere inserite nella apposita form alla  pagina https://goo.gl/forms/ARZdAdAiD3XgfTqh2    entro le ore 15:00 del 25 febbraio 2019.

23 febbraio 2019

Segnaliamo la selezione, per titoli ed eventuale colloquio, per l’assegnazione di una borsa di studio dal titolo “Attività di supporto alla analisi spettrale per WEAVE”, nell’ambito dello stesso progetto di ricerca da svolgere presso l’INAF - Osservatorio Astronomico di Padova.
WEAVE e’ un progetto prioritario dell’Ente inserito nel Piano Triennale. Il profilo richiesto si colloca nell’ambito di WEAVE e precisamente nelle attività di analisi degli spettri osservati. Viene richiesto di adattare la pipeline SpAce già pubblicata alla risoluzione e copertura in lunghezza d’onda degli spettri WEAVE.
La partecipazione alla presente selezione è riservata a cittadini italiani o stranieri in possesso dei seguenti requisiti:
- Dottorato di ricerca in Astronomia o Fisica, o titolo riconosciuto equipollente in base ad accordi internazionali o alla vigente normativa. La borsa avrà la durata di 6 mesi, eventualmente rinnovabile fino a dodici mesi, a seguito della valutazione delle esigenze del programma di ricerca e della disponibilità finanziaria.

L’importo lordo della borsa comprensivo degli oneri a carico del borsista è di euro 18.433,18 (diciottomilaquattrocentotrentatre/18).

Saranno considerati titoli preferenziali l’esperienza pregressa e le competenze specifiche nell’ambito della analisi delle abbondanze chimiche degli spettri e la conoscenza del programma SpAce. Il candidato deve avere esperienza nel trattamento di librerie spettrali sintetiche e osservative.

Scadenza: 23 febbraio 2019

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15 febbraio 2019

Il Circolo San Tommaso d'Aquino Onlus, al fine di promuovere la figura e il pensiero di Tommaso d'Aquino, bandisce la 9°edizione del«Concorso internazionaleVeritas etAmor» , aperto a giovani entro i 35 anni di età.

Il Concorso è suddiviso in due Sezioni: a • Cultura: riservato a tesi (di laurea o di dottorato) e monografie che attualizzino il pensiero di Tommaso d'Aquino, anche in ambito non strettamente filosofico o teologico, difese o pubblicate a partire dall'anno 2015. b • Arte: riservato adopere realizzate con linguaggi artistici classici o contemporanei e che abbiano come soggetto o siano ispirate dalla figura, la vita o il pensiero di Tommaso d'Aquino.

Al primo classificato della Sezione Cultura sarà offerta una borsa di 2.000 euro e la possibilità di presentare la propria tesi o monografia ad Aquino. Al primo classificato della Sezione Arte sarà offerta una borsa di 2.000 euro e la possibilità di presentare o esporre la propria opera ad Aquino.

Scarica il Bando

www.circolosantommaso.it

20 gennaio 2019

Segnaliamo il laboratorio di filosofia della natura e studi umanistici, organizzato dal Centro studi sulla natura, l’umano e l’unità del pensiero, intitolato: “La natura, il vivente e l’uomo non sono una macchina - critica dell’ideologia transumana e post-umana: esplorazioni scientifiche, filosofiche e letterarie”.

Borse di formazione

L’Accademia Vivarium novum mette a disposizione per la partecipazione al laboratorio 40 borse di formazione che coprono i costi delle lezioni, dei seminari, delle attività culturali connesse e le spese di vitto e alloggio presso le strutture del Campus

Le borse sono riservate ai giovani degli ultimi due anni dei licei, studenti universitari, laureati e docenti d’ogni ordine e grado. Le domande di partecipazione, corredate dal modulo compilato (Centro - application form - 2019.docx - general-regulations 2019.pdf) una lettera di motivazioni, da una copia della carta d’identità, da una fotografia recente e da un dettagliato curriculum degli studi, dovranno pervenire in formato digitale al seguente indirizzo: candidati@vivariumnovum.net entro e non oltre il 20 gennaio 2019. Domande tardive potranno essere prese in considerazione fino al 26 gennaio solo se il ritardo sia giustificato da gravi motivi. 

La borsa prevede l’obbligo di residenza e di frequenza almeno per la metà del corso e la presentazione d’una relazione finale (max 25.000 battute) da consegnare entro il 25 ottobre 2019. All’atto del ricevimento della relazione verrà rilasciato un attestato di partecipazione. 

Si richiede che l’arrivo avvenga il pomeriggio del 3 febbraio, e la partenza la sera del 10 febbraio.

Docenti:

Ignacio Armella Chávez (Accademia Vivarium novum)
Novella Bellucci (Università di Roma “La Sapienza”)
Remo Bodei (Scuola normale superiore di Pisa, Accademia dei Lincei e Università della California di Los Angeles)
Luciano Boi (École des hautes études en sciences sociales di Parigi)
Mauro Carfora (Università di Pavia)
Giulio Maria Chiodi (Istituto universitario “Suor Orsola Benincasa” di Napoli)
Franco D’Intino (Università di Roma “La Sapienza”)
Paolo Ercolani (Università d’Urbino “Carlo Bo”)
Giulio Ferroni (Università di Roma “La Sapienza”)
Françoise Graziani Giacobbi (Università di Corsica “Pasquale Paoli” e Fédération de recherche interdisciplinaire environnement et société)
Flavio Keller (Università Campus bio-medico di Roma)
Paolo Maddalena (già Vicepresidente della Corte costituzionale)
Lamberto Maffei (Scuola normale superiore di Pisa e Accademia dei Lincei)
Sebastiano Maffettone (LUISS, Roma)
Luigi Miraglia (Accademia Vivarium novum)
Giuseppe Mussardo (Scuola internazionale superiore di studi avanzati, Trieste)
Giorgio Parisi (Università di Roma “La Sapienza” e Accademia dei Lincei)
Tiziana Provvidera (University college London e Istituto italiano per gli studi filosofici)
Antonio Rostagno (Università di Roma “La Sapienza”)
Marcelo Sánchez Sorondo (Pontificia Accademia delle scienze sociali)

Informazioni:
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria scrivendo a: convegni@vivariumnovum.net.
Il programma dettagliato sarà pubblicato a breve sul sito www.vivariumnovum.net.
Le lezioni saranno tenute in lingua italiana; nei dibattiti potrà essere adoperate anche le principali lingue europee.

Sede:
Villa Falconieri, Frascati 3 - 10 febbraio 2019

12-14 novembre 2018

La Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze che si terrà dal 12 al 14 novembre 2018 avrà come tema: "Ruoli trasformativi della scienza nella società: dalla scienza emergente alle soluzioni per il benessere delle persone".

Prenderanno parte alla riunione i seguenti esperti:

Werner Arber, Vanderlei S. Bagnato, Lino Barañao, John Barrow, Antonio M. Battro, Steven Benner, Robert Eric Betzig, Helen M. Blau, Thierry Boon-Falleur, Jean Pierre Bourguignon Joachim von Braun, Steven Chu, Aaron Ciechanover, William C. Clark, Guy Joseph Consolmagno, SJ Francis L. Delmonico, Sebsebe Demissew, Edward M. De Robertis Wan Gang, Takashi Gojobori, Theodor Hänsch, Mohamed H.A. Hassan, Massimo Inguscio, Rev. Antje Jackelén, Daniel Kleppner, Klaus von Klitzing, Nicole M. Le Douarin, Jane Lubchenco, Wolfgang Lutz, Will Marshall, Patrick Mehlen, José Nelson Onuchic, Ingo Potrykus, Yves Quéré, Veerabhadran Ramanathan, Peter H. Raven, Martin Rees, Carlo Rubbia, S.E. mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Hans Joachim Schellnhuber, Georg Schütte, Sara Seager, Michael Sela, Wolf Singer, Rafael Vicuña, Marcel Weber, Ada Yonath, Antonino Zichichi.

Prendi visione del Programma generale della riunione.

30 novembre 2018

Borse di studio Royal Society destinate a studiosi italiani che intendono recarsi in Gran Bretagna per periodi di ricerca nelle discipline comprese nella Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali.

L’Accademia Nazionale dei Lincei bandisce una pubblica selezione a quattro borse di studio a favore di studiosi italiani che si rechino in Gran Bretagna per periodi di ricerca nelle discipline comprese nella Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali.

Le borse di studio, dell’importo di € 6.500 ciascuna, al lordo delle eventuali ritenute fiscali previste dalla legge, hanno la durata di 5 mesi, non sono rinnovabili e sono destinate, per il 2019:

  • -  una per ricerche nel campo dell’Astronomia;

  • -  una per ricerche nel campo della Meccanica;

  • -  una per ricerche nel campo della Geologia e Paleontologia;

  • -  una per ricerche nel campo della Scienze biologiche e applicazioni.

    Art. 2 (Requisiti di ammissione)

Per l’ammissione alla selezione è richiesto il possesso dei seguenti requisiti:

  1. a)  cittadinanza italiana;

  2. b)  non aver riportato condanne penali;

  3. c)  essere laureati da non più di dieci anni;

  4. d)  In alternativa:

    1) aver conseguito il Dottorato di Ricerca nel campo o della Astronomia, o della Meccanica, o della Geologia e Paleontologia, o delle Scienze biologiche e applicazioni;

    2) in assenza di Dottorato di Ricerca, aver svolto attività di ricerca debitamente comprovata da pubblicazioni scientifiche su riviste a diffusione internazionale apparse negli ultimi cinque anni. 

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29 Ottobre 2018
Per riconoscere i contributi scientifici dell'astronomo belga Georges Lemaître alla teoria scientifica dell'espansione dell'universo, l'Unione Astronomica Internazionale (IAU), con il voto dei suoi membri, ha deciso di raccomandare che la legge di Hubble venga rinominata legge di Hubble-Lemaître.  
  
Questa risoluzione è stata proposta per rendere omaggio sia a Lemaître che a Hubble per il loro contributo fondamentale allo sviluppo della cosmologia moderna. La scoperta dell'apparente recessione delle galassie è un pilastro fondamentale della cosmologia moderna e una pietra miliare della ricerca astronomica. La legge di Hubble-Lemaître descrive il fatto che  gli oggetti in un universo in espansione si allontanano l'uno dall'altro con una velocità proporzionale alla loro distanza.
   
  
Dopo un periodo di consultazione con la comunità astronomica, la risoluzione per suggerire la ridenominazione della legge Hubble è stata presentata e discussa alla XXX Assemblea Generale dell'IAU tenutasi a Vienna lo scorso agosto 2018. Tutti i membri dell'IAU (11.072 individui) sono stati invitati a partecipare a una votazione elettronica. La risoluzione proposta è stata accettata con il 78% dei voti a favore e il 20% dei voti contrari (e il 2% di astensione). 
5 settembre 2018

Open to all students, graduates, researchers and/or faculty members from all Academic Institutes and research Centers.

The purpose of the contest is twofold:
to recognize excellence and innovation within academic projects;
to bridge the gap between the academic and the industrial world.
The The Prize-Giving Ceremony will take place at the International CAE Conference and Exhibition, to be held in Vicenza, Italy, on October 8th and 9th 2018.

Prizes
All selected posters (the finalists) will be displayed at the Conference and their authors (max. 2 representatives for each poster) will be given the opportunity to participate in the International CAE Conference & Exhibition initiatives (logistics will be at their own expense).
A shortlist of particularly commendable posters will be identified from among the finalists. Their authors (max. 1 of the two Poster representatives) will be recognized for their contribution and will have their expenses partially covered (travel/board and accommodation).
Furthermore, each of the 5 winning Posters awarded at the International CAE Conference Awards Ceremony will receive a prize, courtesy of the sponsors.

How to enter
To enter the contest, you need to complete the on-line application form below by 5th September 2018 and upload the pdf file of the poster. Note that the Poster needs to be uploaded at the same time that you complete the application form.

Info:
http://www.caeconference.com

15 giugno 2018

La Società Italiana di Fisica (SIF), insieme alla Société Française de Physique (SFP), bandisce un premio per un fisico attivo nella collaborazione italo-francese, in riconoscimento di risultati rilevanti del suo lavoro di ricerca in Fisica negli ultimi 10 anni.

Il premio viene congiuntamente istituito nel 2016 dalle due Società allo scopo di commemorare le figure dei due insigni scienziati e di consolidare le relazioni tra le due Società. Il premio sarà conferito annualmente e sarà alternativamente bandito dall'una o dall'altra Società.
Per l'anno 2018 il premio è bandito dalla Società Italiana di Fisica. Le proposte di candidature devono pervenire alla SIF entro il 15 giugno 2018.

Il bando e il modulo per le motivate proposte di candidature sono scaricabili qui:
bando 2018
modulo 2018

15 giugno 2018

Per onorare la memoria di Giuseppe Occhialini, la Società Italiana di Fisica (SIF), insieme all’Institute of Physics (IOP), bandisce un premio per un fisico operante principalmente in Italia in riconoscimento di risultati rilevanti del suo lavoro di ricerca in Fisica negli ultimi 10 anni. 

Il premio è stato congiuntamente istituito nel 2007 dalle due Società in occasione del centenario della nascita di Giuseppe (Beppo) Occhialini allo scopo di commemorare la figura dell’insigne scienziato e di consolidare le relazioni tra le due Società. Il premio sarà conferito annualmente e sarà alternativamente bandito dall’una o dall’altra Società.

Per il 2018 le norme di partecipazione al concorso al Premio sono le seguenti:

1) E’ bandito il concorso per l’assegnazione del Premio “Giuseppe Occhialini” per il 2018, dell’importo di Euro 3.000,00 (tremila).

2) Proposte di candidature motivate per il Premio “Giuseppe Occhialini” possono essere effettuate da ciascun Socio SIF utilizzando l’apposito modulo scaricabile da http://www.sif.it/attivita/premio_occhialini. Ogni proposta completa della relativa documentazione dovrà pervenire per posta elettronica all’indirizzo: premio.occhialini@sif.it entro il 15 giugno 2018.

3) Il ritardo nell’arrivo della proposta con la relativa documentazione, qualunque ne sia la causa, comporterà l’inammissibilità della proposta stessa al concorso.

4) Il vincitore sarà scelto dal Consiglio dell’IOP, su proposta di un’apposita Commissione Premi, a partire da una rosa di non più di tre candidati indicati dal Consiglio di Presidenza della SIF. Il giudizio di ciascun Consiglio è insindacabile.

5) Il vincitore del Premio sarà proclamato in occasione del prossimo 104° Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica che si terrà a Arcavacata di Rende (CS), nel periodo 17-21 settembre 2018. Al vincitore il Premio di Euro 3.000,00 sarà conferito, insieme a un diploma e una medaglia d’argento, in occasione di un’apposita cerimonia di premiazione organizzata dall’IOP entro la fine del 2018. 

11 maggio 2018

Il CUC (Centro Universitario Cattolico) eroga ogni anno borse di studio a giovani laureati, che aspirino a proseguire gli studi e le attività di ricerca per inserirsi nella carriera accademica. Le borse di studio sono annuali e rinnovabili fino a raggiungere una durata massima complessiva di tre anni.
Per l’anno 2018-19 il C.U.C. bandisce 16 borse di studio. L’importo di ogni borsa è di 6.00 Euro annui, al lordo delle imposizioni fiscali previste dalla legge.
Possono presentare domanda quanti siano in possesso di un diploma di laurea di secondo livello, conseguito presso una Università Italiana entro il 31 dicembre 2017 e con valutazione non inferiore a 105/110; residenti in Italia; nati dopo il 31 dicembre 1985

Visualizza il bando completo con le indicazioni per partecipare al concorso.

Scadenza: 11 maggio 2018

8 settembre 2018

La Fondazione A.R.M.R. bandisce 6 borse di studio per ricercatori di età non superiore ai 38 anni che vogliano partecipare a progetti di ricerca sperimentali o clinici nel campo delle malattie rare.
Le borse di studio sono annuali e sono eventualmente rinnovabili mediante bando di pubblico concorso. Sono ammessi al concorso candidati italiani o stranieri laureati in biotecnologie, scienze biologiche, medicina, chimica, farmacia, chimica e tecnologia farmaceutica, informatica, ingegneria biomedica e discipline affini.
Per la partecipazione al concorso sono richiesti, come indispensabili, i seguenti requisiti:
- almeno una pubblicazione scientifica su una rivista internazionale con Impact Factor;
- disponibilità a svolgere la propria attività di formazione e ricerca presso il Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò” dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Ranica (BG) e/o presso il Centro Anna Maria Astori, Parco Scientifico e Tecnologico Kilometro Rosso, Bergamo.
Le domande di partecipazione al concorso per borse di studio e grant, dovranno essere inviate mediante raccomandata r.r. alla Fondazione A.R.M.R., via Camozzi 3, 24020 Ranica (BG), e dovranno essere consegnate entro l’8 settembre 2018.


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21 marzo 2018

Il Programma di Fellowship è rivolto a scienziati provenienti da tutto il mondo (non UK) che  si trovano ad uno stadio iniziale della loro carriera di ricerca e che desiderano condurre la propria attività di ricerca in Gran Bretagna. Il progetto copre una vasta area di ricerca che va dalle scienze naturali e sociali, alle scienze umane e alle ricerche in ambito clinico.

Il programma è gestito congiuntamente dalla British Academy, dall'Academy of Medical Sciences e dalla Royal Society e promosso grazie al Newton Fund.

Sarà possibile presentare domanda da mercoledì 24 Gennaio 2018 fino alle 15.00 di mercoledì 21 Marzo 2018.

Per avere più informazioni visitare il sito web http://www.newtonfellowships.org/

Requisiti necessari per inviare la propria candidatura:

Essere in possesso di un Dottorato di Ricerca o ottenerlo prima che inizi il finanziamento

Aver maturato non più di 7 anni di esperienza di post dottorato full time al momento dell’invio della domanda di adesione

Lavorare al di fuori del Regno Unito

Non avere cittadinanza UK

Possedere una buona conoscenza dell’inglese scritto e orale

Avere una proposta di ricerca chiaramente definita e reciprocamente vantaggiosa concordata con uno scienziato del Regno Unito

Le borse di studio durano per due anni. Il finanziamento consiste in £ 24.000 all'anno per i costi di sussistenza e fino a £ 8.000 all'anno di spese di ricerca, oltre a un pagamento una tantum fino a £ 2.000 per le spese di trasferimento.

I candidati possono anche avere diritto a ricevere fino a £ 6.000 all'anno per sostenere attività di networking con ricercatori con sede nel Regno Unito.

Da questa pagina (https://royalsociety.org/grants-schemes-awards/grants/newton-international/) è possibile scaricare i moduli necessari per presentare la propria candidatura. 

15 marzo 2018

CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano - intende stimolare la ricerca in ambito accademico sui temi legati all'attività normativa nei settori elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni, industriale, commerciale e terziario.
A tale scopo il CEI intende premiare una Tesi di Laurea dedicata in modo esplicito e diretto a sviluppare ed approfondire tematiche connesse alla normazione tecnica nazionale, comunitaria ed internazionale, ai suoi effetti economici ed ai riflessi giuridici relativi anche alle ricerche preparatorie per garantire il raggiungimento della regola dell’arte nella concezione e progettazione di prodotti, servizi, impianti, processi e nella organizzazione e gestione di impresa e della Pubblica Amministrazione.
Oggetto delle Tesi potranno essere quindi tematiche relative a ricerche volte alla definizione dei limiti di qualità e sicurezza da fissare nella normativa tecnica, al l’attività di ricerca prenormativa o di indagine e ricerca in genere, ai sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente e la sicurezza.

Per la Ventunesima edizione del Premio il CEI ha stabilito che premierà tre Tesi di Laurea con un riconoscimento pubblico ed ufficiale e l’assegnazione di un contributo in denaro di 2.000,00 euro per ciascun premiato.
La scadenza per partecipare è fissata al 15 marzo 2018.

Scarica il bando

14 marzo 2018


Stephen Hawking ci ha lasciato. È deceduto nelle prime ore di oggi nella sua casa di Cambridge. Fisico-matematico di fama internazionale e apprezzato divulgatore scientifico, ha lottato la maggior parte dei suoi anni con una malattia, la SLA, che gli aveva impedito autonomia e movimenti, ma non aveva diminuito la sua grande passione per lo studio e la ricerca. Non aveva mai rinunciato a porsi domande, quelle che emergono quando, come accadeva nei suoi studi, si lascia che le formule matematiche giungano fino all’origine di tutte le cose. Domande importanti, sulle quali era tornato anche negli ultimi anni, con interessanti evoluzioni del suo pensiero. Ma andiamo con ordine.

Nato a Oxford l'8 gennaio del 1942, proprio nel giorno in cui, esattamente 300 anni prima, si spegneva ad Arcetri Galileo Galilei, Stephen Hawking aveva studiato fisica all’University College di Oxford. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze naturali si era trasferito a Cambridge, dove ottenne il Ph.D. in cosmologia. Spostati progressivamente i suoi interessi dall’astrofisica alla fisica matematica, divenne a partire dal 1979 Lucasian Professor of Mathematics, ricoprendo la cattedra istituita nel 1663 dal Rev. Henry Lucas, e occupata in passato da Isaac Newton.

Noto già all’inizio della sua carriera per le sue idee pionieristiche, i suoi maggiori contributi scientifici riguardano la cosmologia teorica e lo studio dei collegamenti tra relatività generale e fisica quantistica, al quale egli si applicò nel tentativo di formulare una Grand Unified Theory, ovvero una teoria capace di unificare le quattro forze fisiche fondamentali. Insignito di numerose lauree honoris causa e di vari premi di prestigio, fra cui l’Albert Einstein Award, Stephen Hawking è senza dubbio da annoverare fra i maggiori scienziati del XX secolo. Nonostante la sua malattia, è stato in grado di occupare un ruolo di primo piano nella comunità scientifica e di raggiungere il grande pubblico sia attraverso numerosissime conferenze date in tutto il mondo, sia, soprattutto, attraverso i suoi libri divulgativi, divenuti best-sellers, come Dal Big Bang ai Buchi Neri (1988), Buchi Neri e universi neonati (1993), L’universo in un guscio di noce (2001), La teoria del tutto: origine e destino dell’universo (2003), Il grande disegno (2010). Con sua figlia Lucy, aveva scritto e presentato in Italia il suo libro La chiave segreta dell’universo (2007), preparato al fine di spiegare la cosmologia anche ai giovanissimi.


Ai tanti motivi di interesse per la vita e l’opera scientifica di Hawking ne va subito aggiunto uno. Non sono stati molti (in verità non ne ricordiamo altri) i personaggi che hanno visto inginocchiarsi di fronte a loro un Romano Pontefice. Ad Hawking era successo il 19 aprile 1975, quando il giovane ricercatore di Cambridge, all’età di 33 anni, si era visto consegnare da Paolo VI la medaglia Pio XI per i suoi studi sulla fisica dei black holes. Per consegnare il premio ad Hawking e poter parlare con lui — all’epoca già immobilizzato su una sedia a rotelle dal morbo di Lou Gehrig, una sclerosi laterale amiotrofica diagnosticatagli all’età di 21 anni — il Pontefice restò accanto a lui, per terra su ambo le ginocchia, per un paio di minuti. Membro della Pontificia Accademia delle Scienze dal 1986, Hawking aveva ascoltato ed incontrato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, potendo scambiare con loro qualche parola, come era accaduto ad esempio il 31 ottobre 2008, in occasione di una udienza concessa da Benedetto XVI agli Accademici riuniti per una settimana di studio su “La comprensione scientifica dell’evoluzione del cosmo e della vita”. Più recentemente aveva incontrato papa Francesco in occasione di un’altra riunione della Pontificia Accademia delle Scienze, lo scorso 29 novembre 2016, ma i due avevano potuto scambiarsi solo qualche sguardo.

Ricercatore appassionato che non evitava di scrutare anche gli interrogativi filosofici che sorgevano all’interno della sua riflessione scientifica, Hawking conduceva con un’ammirabile forza di volontà la sua attività scientifica, servendosi di un sofisticato computer che traduceva in parole e in frasi, esponendole poi oralmente mediante un sintetizzatore vocale, i segnali da lui inviati prima con i movimenti della mano e poi, a partire dall’aggravarsi del male, mediante piccoli movimenti del volto. In un’epoca in cui la sensibilità verso la qualità della vita corre spesso il rischio di far cadere in oblio la ricchezza di umanità, ma anche di vita intellettuale e spirituale, che anche un disabile in condizioni analoghe alle sue può sperimentare e comunicare a chi gli sta intorno, il prof. Hawking ci ha lasciato un esempio di rara intensità. Egli ha affrontato la sua malattia con coraggio e speranza, non rinunciando né alla ricerca né all’insegnamento, infondendo in tutti passione per la ricerca, fino ad ottenere risultati scientifici di altissimo livello. Posso testimoniare il clima di interesse e di rispetto con cui nel 2008, durante una settimana di studio della Pontificia Accademia delle Scienze alla quale ero anch’io presente, i partecipanti al Convegno seguirono il suo intervento. Fu per me anche l’ultima volta in cui ebbi occasione di incontrarlo personalmente. Tutti ascoltavamo con un grande silenzio le frasi che giungevano dal sintetizzatore vocale e che offrivano il frutto della sua vivacissima riflessione intellettuale. Sua figlia e i suoi assistenti gli erano accanto facilitandogli con cura singolare il compito ricevuto. Esponendo gli enormi balzi in avanti effettuati dalla cosmologia negli ultimi decenni, Hawking concludeva la sua relazione affermando che «ci stiamo ormai avvicinando a poter rispondere alle antiche e sempre attuali domande: Perché siamo qui? Da dove veniamo? Io credo — egli aggiungeva — che a queste domande si possa rispondere entro l’ambito delle scienze». Al di là delle questioni metodologiche che tale posizione può suscitare, e che altri illustri scienziati presenti nell’Accademia, come ad esempio il direttore del Progetto Genoma, Francis Collins, gli fecero opportunamente osservare in quell’occasione, Hawking esprimeva una percezione reale, quella che la scienza contemporanea, proprio a motivo della profondità e della unitarietà delle sue ricerche, punta oggi con naturalezza verso domande di carattere filosofico ed esistenziale. Lo scienziato, come uomo, le percepisce e le pone in luce. E anche se a volte può rischiare di pensare che il metodo empirico sia sufficiente, da solo, a dar loro una risposta, in un’epoca di scetticismo e di pensiero debole contribuisce tuttavia a tenerle vive, a riproporle senza sosta, ad additarle a tutti come le domande che contano veramente, per cercare una risposta alle quali vale la pena investire tutte le proprie energie, come nel suo caso, fino a giocarsi un’esistenza. È interessante notare che su temi di natura religiosa la posizione di Hawking non fu mai ideologica, né avrebbe potuto esserlo come scienziato quale era. Scriveva in occasione del centenario della nascita di Paul Dirac, in una conferenza tenuta a Cambridge nel 2002 intitolata Gödel and the end of physics: «Se ci sono risultati matematici che non possono essere dimostrati, ci sono anche problemi fisici che non possono esserlo… Alcuni saranno molto delusi per il fatto che non ci sia una teoria formulabile a partire da un numero finito di principi. Io ero solito essere uno di quelli, ma ho cambiato idea. Ora sono contento che la nostra ricerca di comprensione non finirà mai e che avremo sempre la sfida di una nuova scoperta».

Le domande di ambito filosofico avevano accompagnato Hawking fin dall’esordio della sua attività scientifica. Fra i risultati che lo portarono alla ribalta internazionale vi furono infatti, negli anni 1970, le sue ricerche sulle singolarità gravitazionali, che condussero ai teoremi di Hawking-Penrose, capaci di rispondere alla domanda se e quando, all’interno delle equazioni di campo della relatività generale, la gravità fosse in grado di produrre delle singolarità spazio-temporali. La necessaria esistenza di tali singolarità fu riconosciuta in tutti i modelli canonici di universo in espansione e rafforzò dunque il quadro cosmologico noto come modello del Big Bang. Successivamente, a partire dal 1983, Hawking cercò di formulare dei modelli i quali, rispettando ugualmente le leggi della fisica, potessero invece prescindere da tali singolarità e li trovò nell’applicazione dei criteri delle funzioni d’onda della meccanica quantistica all’universo nel suo insieme. Nasceva così il modello di Hartle-Hawking, e quelli da questo derivati, capaci di rappresentare un universo senza condizioni al contorno, in cui la variabile temporale scompare verso il suo tendere a zero, una sorta di universo auto-contenuto, senza un inizio. Il collegamento con le questioni filosofiche fu spontaneo, come mostrava lo stesso Hawking nei libri con i quali divulgava presso il grande pubblico i suoi modelli cosmologici: erano questi modelli compatibili con quanto una teologia della creazione avrebbe affermato sull’origine dell’universo? Se per dimostrare tale compatibilità e, più in generale, per illustrare l’autonomia che tali modelli posseggono rispetto alla conclusione filosofica di un universo che mantenga una dipendenza ontologica dal suo Creatore, si necessita di un’adeguata riflessione epistemologica, la divulgazione scientifica ne ha spesso fatto purtroppo a meno, generando qualche confusione.

Lo stesso Hawking avvertì assai vivo il problema e volle offrire commenti filosofici a quanto le sue ricerche andavano mettendo in luce. La tesi centrale del saggio Dal Big Bang ai Buchi Neri, la sua opera divulgativa più diffusa, ipotizza infatti che un modello matematico ove si evitasse la singolarità spazio-temporale, tipica di tutti i modelli cosmologici standard, voleva dire poter prescindere anche dal problema dell’origine del tempo e, secondo l’interpretazione datane dall’autore, porre la domanda sulla necessità o meno di un Creatore. In realtà il problema dell’inizio del tempo restava al di là delle speculazioni dello scienziato scomparso, ma una certa estrapolazione delle tesi di Hawking, specie attraverso la prefazione al volume che ne offrì Carl Sagan e i successivi commenti di questo divulgatore americano, diffusero l’idea che il modello di Hawking fosse la dimostrazione scientifica di un universo che non avesse più bisogno di alcun Creatore. In realtà, l’esistenza di un Creatore quale causa ontologica fondante del cosmo, non risultava coinvolta dalle descrizioni matematiche di questo o di altri modelli cosmologici, i quali, per poter essere significativi, devono pur sempre partire dall’esistenza di leggi scientifiche o di qualche formalismo fisico-matematico previo, e pertanto non riguardano mai quanto la filosofia o la teologia chiamano una creazione ex nihilo. In alcuni suoi commenti, lo stesso Hawking riconosce con stupore il mistero dell’essere e dell’esistenza delle leggi della natura, per le quali egli, in realtà, esitò a proporre un’interpretazione totalmente riduzionista e fisicalista. Proprio al termine del libro Dal Big Bang ai Buchi Neri, il fisico inglese si chiedeva: «quand’anche ci fosse una sola teoria unificata possibile, essa sarebbe solo un insieme di regole e di equazioni. Che cos’è che infonde la vita nelle equazioni e che costruisce un universo che possa essere descritto da esse? L’approccio consueto della scienza, consistente nel costruire un modello matematico, non può rispondere alle domande del perché dovrebbe esserci un universo reale descrivibile da quel modello. Perché l’universo si dà la pena di esistere? La teoria unificata è così cogente da determinare la sua propria esistenza?» (Rizzoli, Milano 1994, pp. 196-197). Sono domande che per noi continuano a restare un enigma, ma per Stephen Hawking, ormai alle porte del mistero, assai probabilmente, adesso non lo sono più.

 

Giuseppe Tanzella-Nitti

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6 marzo 2018

L’Università di Edinburgh (College of Arts, Humanities and Social Sciences - Divinity) apre una posizione per Lecturer in Theology and Science. Le candidature dovranno pervenire entro le 17:00 (ora di Greenwich) di martedì 6 marzo 2018. Informazioni complete e modalità di candidatura a: http://www.jobs.ac.uk/job/BHN903/lecturer-in-theology-and-science/

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