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Workshop della Pontificia Accademia delle Scienze sull'origine di Homo sapiens : "Chi erano, cosa hanno fatto, dove e quando"

12-13 aprile 2019

   

La Pontificia Accademia delle Scienze ha in programma un Workshop dedicato al tema al tema dell'origine di Homo sapiens, intitolato: "Chi erano, cosa hanno fatto, dove e quando. Nuovi fossili, nuovi artefatti, nuove tecniche, nuove datazioni, nuove domande". Lalista dei partecipanti e degli invited speakers sarà comunicata in seguito. 

Riportiamo qui di seguito la concept note preparata da Yves Coppens, lo scopritore nel 1974 di Lucy, lo scheletro del più vecchio ominide, datato circa 3.500.000 di anni.
   

L’origine dei preumani e la ragione della loro nuova posizione eretta

Oggi si presume che gli antenati comuni (Hominidae) dei preumani (Homininae) e dei pre-scimpanzè (Paninae) abbiano vissuto nell’Africa tropicale, 10 milioni di anni fa, in un unico ambiente forestale. I loro discendenti, invece, per via dell’assestamento della calotta antartica (per ragioni cosmiche), si sono dovuti confrontare con due tipi di ambienti diversi: uno coperto (sempre forestale) e uno meno coperto (foresta aperta). Questo ha portato ad una doppia discendenza dagli antenati comuni summenzionati, che sono diventati pre-scimpanzè nell’ambiente coperto e preumani in quello più aperto. La nascita dell’Antartide è stata spiegata dagli astrofisici, mentre i biochimici hanno studiato il perché di una vegetazione meno fitta (proporzioni di isotopi di carbonio nello smalto dei denti vertebrati prima e dopo 10 milioni di anni). Gli Homininae si sono adattati a questo nuovissimo ambiente aperto grazie a una postura eretta. I preumani quindi si ergevano alti, camminavano (ma sapevano ancora arrampicarsi), mangiavano frutti sugli alberi e radici in terra.

L’estinzione (?) dei primi preumani e l’emergere dei generi “intermedi”

Circa 4 milioni di anni fa, sempre nell’Africa tropicale, l’ambiente iniziò a diventare più asciutto e gli Homininae furono costretti ad adattarsi a questa nuova nicchia ecologica: è l’era dell’Australopithecus (conosciuto in Ciad, Etiopia, Kenya, Tanzania e Sud Africa) e del Kenyanthropus (conosciuto solo in Kenya).

L’emergere del tardo preumano e la nascita dell’essere umano (il primo Homo)

Tre milioni di anni fa, stavolta per via dell’assestamento della calotta artica (per ragioni cosmiche), gli ominidi dovettero affrontare una nuova siccità nell’Africa tropicale, meravigliosamente documentata dall’evoluzione della fauna. È a questo punto che, in Afar (Etiopia), Omo (Etiopia), Turkana (Kenya), Tanzania, Malawi e Sudafrica, appaiono due principali adattamenti degli Homininae (uno robusto e uno gracile) e diverse varianti per ognuno di essi. Questo è il motivo dell’emergere del genere Homo (uno degli adattamenti gracili menzionati).

I primi esseri umani fuori dall’Africa

Perlomeno 2,5 milioni e mezzo di anni fa, il genere Homo si spostò dall’Africa all’Eurasia, probabilmente attraverso la penisola del Sinai, dapprima verso l’Asia e, successivamente, verso l’Europa, probabilmente per ragioni paleogeografiche e paleoclimatologiche.

L’emergere dell’Uomo moderno in Africa e il suo “viaggio” in Eurasia

500.000 (?) anni fa apparve in Africa l’Homo sapiens, discente dell’Homo erectus; non conosciamo questi primi uomini moderni, ma la scoperta di Homo sapiens risalenti a 300.000 anni fa in Marocco e in Sudafrica dimostra il loro panafricanesimo. Quest’uomo moderno avrebbe usato, per raggiungere l’Eurasia, lo stesso metodo del suo predecessore 2 milioni e mezzo di anni prima. Infatti, sono stati recentemente scoperti in Israele i suoi resti più antichi, risalenti a 180.000 anni fa.

In breve, dall’importante simposio del 2013 sull’origine ed evoluzione dell’Uomo, dal suggestivo titolo Sur le chemin de l’Humanité, Via humanitatis, les grandes étapes de l’évolution morphologique et culturelle de l’Homme, Emergence de l’Être humain, proposto da Mons. Roger Etchegaray e dal Prof. Henry de Lumley e tenutosi alla Pontificia Accademia delle Scienze, sono stati scoperti nuovi fossili, nuovi artefatti, nuove datazioni, nuove tecniche per determinare specie e filiazioni, da cui sono emerse nuove domande. I segni di taglio ritrovati su ossa di vertebrati in Africa risalenti già a 3,4 milioni di anni fa, in Asia 2,6 milioni di anni fa, in America 130.000 anni fa, che significato hanno? In Africa, chi ha creato gli strumenti di pietra risalenti già a 3,3 milioni di anni fa? L’Homo (habilis) si trovava in Africa già 2,8 milioni di anni fa, l’Homo (habilis?) in Asia prima di 2 milioni di anni fa, l’Homo Sapiens in Eurasia circa 200.000 anni fa, in Europa circa 50.000 anni fa, in Siberia circa 50.000 anni fa? In Sudafrica compare un’affascinante contemporaneità, 300.000 anni fa, di due specie molto diverse (?) del genere Homo, sia nelle loro capacità cognitive che nella loro locomozione?! Che tipo di relazioni hanno intrattenuto? E, come sempre, non mancheranno le domande su “Che cos’è un uomo?” (solo Homo o più o meno?), “Quando apparve l’Uomo?”, e “Se l’Uomo è solo Homo, perché gli strumenti sono stati creati prima di lui?”