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Sulla creazione del cielo e della terra da parte del Signore del Cielo (Tian zhu)

Matteo Ricci
1603

Il vero significato del “Signore del Cielo

Il brano che presentiamo è tratto dal capitolo iniziale dell’opera Il vero significato del Signore del Cielo, con il quale Matteo Ricci, matematico e missionario del primo ‘600, con lo stile di un dialogo, fa esporre da un intellettuale occidentale i principi della fede monoteista ebraico-cristiana, rivolgendosi ad un interlocutore cinese, anch’egli intellettuale. Si tratta di un pregevole esempio di inculturazione il quale, scegliendo di partire dal riferimento cosmologico ad un Dio Creatore, si propone di avvicinare alla fede nell’Unico Dio rivelatosi in Gesù Cristo.

18. Il letterato cinese dice: Ho sentito che lei, signore, ha viaggiato attraverso il mondo, che insegna alla gente i decreti del Signore del Cielo, e che incoraggia le persone a fare del bene. Vorrei, dunque, ricevere i suoi insegnamenti.

19. Il letterato occidentale replica: Le sono grato per il suo sostegno, ma non so cosa lei voglia sapere circa il Signore del Cielo

20. I1 letterato cinese dice: Ho sentito dire che gli insegnamenti della sua riverita religione sono talmente profondi e misteriosi da non poter essere spiegati in poche parole. Però la sua ammirevole patria venera solo il Signore del Cielo, e lei sostiene che, al principio, Egli ha creato il cielo e la terra, gli uomini e ogni cosa, e che esercita la sua autorità su di essi e li sostiene. Questo letterato ignorante non ha mai udito nulla riguardo a ciò, e nessuno dei nostri saggi o dei nostri letterati dei tempi antichi ne ha mai parlato. Mi riterrei fortunato se lei mi istruisse.

21.  Il letterato occidentale dice: La dottrina del Signore del Cielo non è la dottrina di un uomo, di una famiglia o di uno stato. Tutte le grandi nazioni, dall’Occidente all’Oriente, ne sono edotte e la sostengono. Ciò che è stato pensato dagli uomini saggi e degni, dalla creazione del cielo e della terra, degli uomini e di ogni cosa da parte del Signore del Cielo, è stato tramandato fino ai nostri giorni attraverso gli scritti canonici, in modo tale da non lasciar adito a dubbi. Ma i letterati del vostro stimato paese hanno avuto sporadici contatti con le altre nazioni, e non sono in grado di comprendere la lingua e la cultura dei nostri paesi, conoscendo poco dei loro abitanti.

22. Spiegherò l’insegnamento universale del Signore del Cielo per provare che sia il vero insegnamento. Ma prima di parlare dei numero delle persone che credono in esso e nella sua validità, o cosa dicano gli scritti canonici, presenterò i principi su cui è basato.

23Di tutte le cose che distinguono l’uomo dagli animali, nessuna è più grande dell’intelletto.
L’intelletto può distinguere il giusto dall’errato, il vero dal falso, ed è difficile ingannarlo con qualcosa che manchi di razionalità la stupidità degli animali è tale che, sebbene loro possiedano la percezione e siano capaci di movimento come l’uomo, non sono in grado di discernere il principio di causalità; perciò pensano solo a bere e mangiare, ad accoppiarsi ai tempo giusto e a riprodurre la propria specie.

24.  L’uomo trascende le altre creature perché è dotato di un’anima spirituale all’interno di sé, e dell’abilità di osservare i principi delle cose all’esterno; osservando le conseguenze di questi è in grado di conoscerne l’origine, e osservando la loro esistenza può conoscere ciò grazie a cui esistono; così, senza abbandonare questo mondo di affanni, può dedicare se stesso alla coltivazione della Via e prepararsi ad un’eternità di pace e gioia, che seguirà alla sua morte.

25Ciò che è portato alla luce dall’intelletto, non può accondiscendere alla falsità. Tutto ciò che la ragione mostra essere vero, io non posso non riconoscerlo come vero, e tutto ciò che la ragione mostra come falso, io non posso non riconoscerlo come falso. La ragione ha con l’uomo la stessa relazione che il sole ha col mondo, diffondendo la sua luce per ogni dove. Abbandonare i principi affermati dall’intelletto e conformarsi alle opinioni altrui è come chiudere fuori la luce del sole e cercare un oggetto con una lanterna.

26Ora lei, signore, desidera apprendere i principi degli insegnamenti del Signore del Cielo. Quindi li esporrò con chiarezza per lei, e la mia spiegazione sarà basata sulla sola razionalità. Se lei trovasse una qualsiasi proposizione inaccettabile, spero che la discuta con me e che non mi inganni in alcun modo. Poiché stiamo discutendo dei principi universali del Signore del Cielo non posso permettere che la modestia personale prenda il posto della verità.

27. Il letterato cinese dice: Che offesa c’è in ciò? Un uccello possiede le ali per librarsi sulle foreste di montagna, e l’uomo è dotato di ragione per poter sondare la profondità delle cose. Quindi, in ogni discussione, è essenziale porre la verità al di sopra del resto. La sostanza e la funzione della verità sono straordinariamente vaste, così che, sebbene un uomo sia saggio o giusto, ci saranno sempre aspetti di essa nei quali sarà ignorante. Ciò che è sconosciuto ad un uomo può comunque essere conosciuto da una nazione, e ciò che è sconosciuto ad una nazione può ancora essere conosciuto da migliaia di nazioni. L’uomo superiore fa della verità il suo vessillo. Quando si deve trovare la verità, bisogna conformarsi ad essa, ma quando non vi sia verità, si opporrà. Nessuno considera ciò strano.

28. Il letterato occidentale dice: Lei, signore, desidera per prima cosa informarsi su Colui che, si sostiene, abbia creato il cielo, la terra e tutte le cose e che esercita un’autorità costante su di esse, lo affermo, dunque, che non ci sia nulla sotto il cielo che sia più evidente della verità della Sua esistenza. C’è qualcuno che non abbia alzato gli occhi e osservato il cielo, e che non abbia silenziosamente sospirato dentro di sé, fissando la volta celeste, dicendo: «Deve esserci sicuramente Qualcuno nel mezzo di esso che vi eserciti il suo controllo». Ora questo Qualcuno non è altri che il Signore del Cielo, che le nostre nazioni occidentali chiamano Deus. Sceglierò ora due o tre argomenti per provarlo.

29. Il primo è costituito dalle abilità naturali che sono innate. Ora, in tutte le nazioni sotto il cielo si possiede una capacità naturale per la quale, senza che sia avvenuta alcuna comunicazione tra di esse, si venera quell’Uno che è considerato degno dell’onore supremo. Chi soffre la miseria Lo implora per ottenere misericordia, e si rivolge a Lui come ad un padre o una madre compassionevole, in cerca di salvezza. Chi ha agito malvagiamente è stretto dalla paura, come se temesse una nazione nemica. Non indica ciò, forse, chi sia quell’Uno, sommamente onorato, ad essere in grado di governare i cuori degli uomini ed essere la causa per cui Lo venerino?

30Il secondo: gli oggetti che sono privi di anima e percezione non possono muoversi dal loro luogo naturale autonomamente in maniera regolare e ordinata, ma è necessario che un’intelligenza esterna ad essi venga in loro aiuto. Se lei sospende un sasso in aria o nell’acqua, esso è costretto a cadere finché non raggiunga il fondo, impossibilitato a muoversi una seconda volta. Ora, la ragione per cui la pietra cade di propria iniziativa risiede nel fatto che né l’aria né l’acqua sono i suoi luoghi naturali. Il vento che si alza da terra può muoversi nel suo luogo naturale; ma i suoi movimenti sono accidentali e privi di qualunque ordine. Quando giungiamo al sole, alla luna, alle stelle, li troviamo fissati ai cieli, avendo ciascuno di essi il firmamento come luogo naturale; ma sono privi di anima e percezione. Ora, quando osserviamo il cielo superno, vediamo che si muove da Est, mentre i cieli del sole, della luna e delle stelle viaggiano da Ovest. Senza il minimo errore, ogni cosa segue la propria legge intrinseca ed è sicura nel proprio posto. Se non ci fosse un Signore Supremo a controllare ed esercitare la Sua autorità, sarebbe possibile evitare la confusione? Ad esempio, quando una barca attraversa un fiume o il mare, ed è assediata dal vento e dalle onde, se non c’è pericolo che affondi, e il suo tragitto è compiuto in sicurezza, si può essere sicuri che ci sia qualcuno al timone che conosca l’arte della navigazione, anche se non lo si è visto.

31. Il terzo: se certe cose dotate di percezione, ma prive di intelligenza, sono capaci di compiere atti intelligenti, sicuramente ciò è dovuto alla guida di qualcosa dotato di intelligenza. Se osserviamo gli animali e gli uccelli, li troviamo sostanzialmente stupidi. Ciononostante, quando hanno fame, sanno come trovare il cibo, e quando hanno sete sanno come cercare l’acqua. Temendo le frecce, volano nell’azzurro del cielo, e allarmati dalle trappole si nascondono nelle colline e nelle paludi. Alcuni estromettono il cibo dalla bocca, altri si inginocchiano per succhiare, tutto al fine dell’autoconservazione e dell’allevamento dei giovani. Respingono le cose negative e vanno verso ciò che è benefico. In ciò non differiscono dalle creature intelligenti. Ci deve essere un Signore Supremo che, segretamente, li istruisce perché siano in grado di comportarsi in questo modo. Ad esempio, se vedo coi miei occhi migliaia e migliaia di frecce in aria e ciascuna colpisce un bersaglio, anche se non ho visto un arco teso, immediatamente riconosco il fatto che ci debba essere un abile arciere che incocca le frecce in modo che non manchino il bersaglio.

32. Il letterato cinese dice: Le cose nel cielo e sulla terra sono assai numerose e complesse, e credo che ci debba essere Uno che eserciti l’autorità suprema sopra di esse. Ma come si può provare che Egli sia il creatore di tutto?

33. Il letterato occidentale dice: Nel caso delle molte cose nella realtà di tutti i giorni, sembrerebbero manifestarsi due principi di autorità, l’uno pertinente alla creazione, l’altro al controllo; ma quando si giunge a parlare del vero Signore della creazione, si comprende che non c’è spazio per un secondo principio. Stando così le cose, esporrò due o tre argomenti per chiarire il tutto.

34. Il mio primo argomento è che le cose materiali non possono giungere al compimento delle proprie volizioni, ma devono avere una causa esterna ad esse per giungere all’adempimento. Un teatro, o un edificio, non possono erigersi di propria iniziativa, ma grazie all’opera di un artigiano. Quando si comprende ciò, si giunge a capire che il cielo e la terra non sono giunti all’esistenza di propria volontà, ma deve per certo esserci un creatore, il nostro così detto Signore del Cielo. Prendiamo, ad esempio, un piccolo globo di bronzo. Il sole, la luna, le stelle, i pianeti, le montagne e i mari appaiono tutti completi in esso. Ora, se un abile artigiano non l’avesse forgiato, sarebbe stato il bronzo in grado di prendere tutte queste forme da solo? Ancora di questa considerazione si applica a corpi delle dimensioni del cielo e della terra. La notte segue il giorno; il sole e la luna emanano luce; le costellazioni si espandono; le colline producono erba e alberi; il mare nutre i pesci e i draghi; le maree seguono la luna e l’uomo, il capo, che si pone al di sopra di tutto ciò, è duemila volte più intelligente. Ma quale di queste cose è in grado di venire all’esistenza per propria volontà? Se ci fosse una cosa in grado di creare se stessa, dovrebbe per prima cosa essere un Sé per poter creare; ma già esistendo un Sé, che necessità ci sarebbe di un’auto creazione? E se non ci fosse un Sé dal principio, dunque, il creatore dell’Essere dovrebbe essere qualcuno di diverso dal Sé stesso. Da ciò, i fenomeni non possono giungere da sé all’esistenza.

35. Il mio secondo argomento è che se gli oggetti privi di intelligenza possiedono comunque un ordine, ci deve essere qualcuno che lo impone loro. Se osserviamo un palazzo signorile, vediamo che è provvisto di porte, sul davanti, per facilitare l’entrata e l’uscita. Dietro ci sono giardini, in cui crescono fiori e alberi da frutto. Un atrio è costruito al centro, per ricevere gli ospiti, e le camere per dormire sono poste a sinistra e a destra. Le colonne sono costruite sotto, per sostenere le travi del tetto, e la copertura del tetto è posta sopra, per tenere lontani vento e pioggia. Quando tutte queste cose sono state ordinate armoniosamente, il padrone di casa può abitare in sicurezza tra di esse. Ma perché un simile edificio sia portato a compimento, deve essere costruito da un abile artigiano. Se poi ci volgiamo ai singoli caratteri forgiati nel metallo, troviamo che, se devono essere uniti per formare frasi e costituire un saggio, devono essere organizzati da un uomo istruito, che capisca come realizzare questo compito. È poco probabile che siano in grado di comporsi per caso.

36. Così risulta ovvio che il cielo, la terra e tutte le cose abbiano una ragione definita per il loro ordine; che dove ci sia materia ci sia forma, e che le cose non possono aumentare o diminuire di propria volontà. Il cielo luminoso fornisce una copertura al di sopra, e la terra sostiene al di sotto. Divisi, costituiscono due polarità, ma insieme formano l’universo. Il cielo delle stelle è superiore al cielo del sole e della luna. Il cielo del sole e della luna comprende il fuoco; il fuoco comprende l’aria; l’aria si libra sopra le acque e la terra, e le acque scorrono attraverso le terre. La terra si pone al centro e le quattro stagioni si alternano in modo tale da produrre insetti e vegetazione. Le acque ospitano tartarughe marine, draghi acquatici, pesci e tartarughe d’acqua dolce; l’aria sostiene uccelli e animali, e il fuoco fornisce calore alle creature della terra.

37. Noi esseri umani, le migliori e più intelligenti creature di tutta la creazione, viviamo nel mezzo di tutto ciò. L’uomo è dotato delle Cinque Virtù per poter controllare le cose del mondo. È fornito di un centinaio di ossa per poter stare in piedi; di occhi per distinguere i Cinque Colori di orecchie per percepire le Cinque Note; di un naso per odorare ogni tipo di profumo diverso, e di una lingua per gustare i Cinque Sapori. Le sue mani possono afferrare gli oggetti; i suoi piedi sono in grado di camminare; le pulsazioni e i Cinque Organi Interni servono a preservare la sua vita.

38. Poiché gli uccelli e gli animali, giù fino alla più infima delle bestie, siano essi forniti di piume, di squame o di conchiglie, non hanno una natura spirituale, sono incapaci di provvedere ai loro bisogni, e in ciò differiscono dagli esseri umani. È per questa ragione che sono provvisti dalla nascita di pellicce, piumaggi, squame o conchiglie, che servono per vestirli e proteggere il loro corpo. Sono anche forniti di artigli acuminati, corna affusolate, zoccoli duri, denti lunghi, fauci potenti, veleni che servono loro come arma e corazze con cui possono difendersi dagli attacchi dei nemici; in più, senza alcuna istruzione, sono capaci di sapere se un’altra creatura sia in grado di attaccarli. Per questa ragione, i polli e le papere si nascondono naturalmente dalle aquile, ma non cercano di evitare il pavone; le pecore temono il lupo, ma non hanno paura di buoi e cavalli. Questo non accade perché l’aquila e il lupo hanno corpi imponenti, mentre il pavone, il bue e il cavallo sono di piccola stazza; è dovuto al fatto che loro sanno che questi altri animali sono capaci di fare loro del male.

39. Inoltre, anche un filo d’erba o un albero, che non ha consapevolezza, può proteggere se stesso, i suoi frutti e i suoi semi, e difendersi dai danni degli uccelli e degli animali. Così, alcune piante producono spine e altre una scorza; alcune producono cortecce, e tutte hanno rami e foglie come copertura protettiva. Se consideriamo la questione attentamente, concluderemo che le cose su questa terra sono sistemate e disposte in maniera ordinata, e che se non ci fosse stato, al di sopra, un Signore supremamente intelligente, all’inizio della creazione, a concedere varie nature alle cose, esse non sarebbero state in grado di esistere nei mondo e di trovare ciascuna la propria posizione appropriata.

40. Il mio terzo argomento è che quando giungiamo a discutere della maniera in cui tutte le cose si riproducono, troviamo che nascono dal ventre, dalle uova, o germogliano dai semi, e che nessuna crea se stessa. Poiché ventri, uova e semi sono cose anch’esse, dobbiamo chiedere cosa per primo le abbia prodotte, cosicché loro possano, a loro volta, produrre altre cose. Dobbiamo tracciare ogni percorso indietro, fino al primo antenato; e poiché nulla è in grado di produrre se stesso, ci deve essere Qualcuno che sia al contempo originario e unico, che sia il creatore di ogni tipo di cosa e oggetto. Colui che definiamo il Signore del Cielo.

41. Il letterato cinese dice: Dal momento che lei, signore, afferma che il Signore del Cielo è l’inizio di tutte le cose, posso chiedere da chi Lui sia stato creato?

42. Il letterato occidentale dice: Ci si riferisce al Signore del Cielo come alla fonte di tutte le cose. Se ci fosse qualcuno che L’ha creato, il Signore del Cielo cesserebbe di essere il Signore del Cielo. Gli uccelli e gli animali, l’erba e gli alberi, sono cose che hanno un inizio e una fine. I fantasmi e gli spiriti in cielo e in terra e le anime degli uomini hanno un inizio, ma non una fine. Il Signore del Cielo non ha inizio né fine ed è, perciò, l’inizio e la radice di tutte le cose. Se non ci fosse il Signore del Cielo, non ci sarebbe altro. Tutte le cose sono create dal Signore del Cielo, ma il Signore del Cielo non è creato da nessuno.

43. Il letterato cinese dice: Il fatto che tutte le cose siano create dall’inizio dal Signore del Cielo non lascia adito a discussioni. Però, possiamo vedere che l’uomo nasce dall’uomo, l’animale dall’animale, e che tutte le cose si riproducono in questo modo. Così, la nascita delle cose dalle cose sembra non avere nulla a che fare con il Signore del Cielo.

44. Il letterato occidentale dice: Quando il Signore del Cielo diede origine a tutte le cose, creò il capostipite di tutte le categorie, e quando ciascun primo antenato giunse all’esistenza, trasmise esso stesso la vita; così ora le cose producono le cose nella stessa maniera in cui l’uomo riproduce l’uomo. Poiché il Cielo si serve dell’uomo, come potrebbe altri che il Signore del Cielo aver creato l’uomo? Ad esempio, la sega e il martello sono usati per fare i mobili, ma solo l’artigiano può far sì che questi strumenti creino i mobili. C’è qualcuno che possa affermare che siano la sega e il martello a creare i mobili, e non l’artigiano? Quando spieghiamo perché le cose sono come sono, i principi che le governano divengono autoevidenti.

45. Quando tentiamo di discutere sul perché le cose siano come sono, troviamo che esistono quattro cause. E quali sono? Sono la “causa agente”, la “causa formale”, la “causa materiale” e la “causa finale”. La causa agente è quella che pone in essere la cosa. La causa formale dà la forma alla cosa e la pone nella sua classe, distinguendola, in tal modo, da altre classi di oggetti. La causa materiale è la materia originaria di una cosa, a cui dà la forma. La causa finale determina il fine e lo scopo di una cosa. Queste cause possono essere viste operare in ogni evento e in ogni fenomeno. Ad esempio, l’artefice di una carrozza è la causa agente, la somma totale delle caratteristiche specifiche di una carrozza è la causa formale, il legname è la sua causa materiale, la causa finale, per cui una carrozza è costruita, è il portare passeggeri. Si possono osservare queste cause all’opera in ogni cosa che sia prodotta. Fatemi prendere ad esempio il fuoco. Il fuoco originario, che dà vita ad un fuoco, è la causa agente. Il calore, la secchezza e l’aria sono la causa formale. Il combustibile è la causa materiale; e l’usare il fuoco per bruciare e cucinare le cose è la causa finale.

46.  Non esiste nulla al mondo che non comprenda in sé queste quattro cause. Tra di esse, la causa formale e quella materiale, per come appaiono nei fenomeni, sono principi interni ai fenomeni stessi o, se si preferisce definirli così, sono i principi Yin e Yang. La causa agente e la causa finale si pongono fuori dai fenomeni e li precedono. Il Signore del Cielo, di cui parliamo, è la ragione per cui le cose sono come sono, e ci riferiamo a Lui come causa agente e finale. Non è la loro causa formale o materiale. Perché il Signore del Cielo è un tutto perfetto, unico, e solo, non può essere parte della materia.

47. Per quanto riguarda le cause agente e finale, troviamo distinzione tra di loro tra remota e prossima, universale e particolare. Il Signore del Cielo è la causa universale e suprema, altre cose sono prossime e particolari, e quindi cause secondarie. Le cause prossime e secondarie sono necessariamente subordinate alla causa maggiore e universale. I genitori sono la causa dei figli; sono definiti padre e madre, e sono le cause prossime e secondarie; ma se non ci fosse il cielo a coprirli e la terra a sostenerli, come potrebbero essere in grado di generare e allevare i loro figli? Se non ci fosse il Signore del Cielo a sovrintendere al cielo e alla terra, come potrebbero il cielo e la terra essere in grado di generare e allevare tutte le cose? Quindi, il Signore del Cielo è la causa suprema e maggiore. Così, i sapienti dei tempi antichi Lo considerarono come la prima di tutte le cause.

48. Il letterato cinese dice: Le cose in questo mondo sono molteplici e differenti e, dal mio umile punto di vista, non possono scaturire da una singola fonte, allo stesso modo dei fiumi e dei torrenti, le cui fonti sono posizionate in una varietà di luoghi differenti. Ora, invece, lei sostiene che ci sia solo il Signore del Cielo. Mi potrebbe gentilmente fornire la sua spiegazione per questo?

49. Il letterato occidentale dice: Le fonti particolari delle cose sono sicuramente diverse, ma il Signore, che è la fonte universale delle cose, non ha nulla oltre Lui. Perché? Perché il Signore, fondamento universale delle cose, è Colui da cui procedono tutti i fenomeni; colui che fornisce tutte le cose delle proprie nature, alla cui perfezione superiore nulla può essere aggiunto. Se qualcuno supponesse che ci fossero due signori a fondamento dei fenomeni in cielo e in terra, sarebbe difficile sapere se questi due presunti signori fossero paritetici o meno. Se no, uno sarebbe inferiore all’altro, e l’inferiore non potrebbe essere defluito “universale” e “supremo”. Chi è universale e supremo è per natura perfetto, al punto che nulla gli può essere aggiunto. Se affermassimo che sono uguali, allora uno sarebbe sufficiente. Da cosa la necessità di due? Sarebbe anche difficile sapere se i due signori, a cui lei si riferisce, fossero in grado di distruggersi l’un l’altro. Se non fossero capaci di distruggersi a vicenda, ciò dimostrerebbe che il potere di ciascuno dei due è limitato e che nessuno dei due potrebbe essere definito un tutto, o essere dotato delle più alte virtù attribuibili ad un signore supremo. Se fossero in grado di distruggersi l’un l’altro, ciò proverebbe che, chi può essere distrutto, non è il Signore del Cielo.

50. Inoltre, le cose in questo mondo sono estremamente numerose e se non ci fosse un signore supremo a tenere e mantenere l’ordine tra di esse, inevitabilmente si disperderebbero e sarebbero distrutte. È come un’esecuzione musicale: anche se i musicisti volessero eseguire la musica, senza un direttore non ci sarebbe musica. Quindi, ogni famiglia ha solo un capo, e ogni nazione ha un sovrano. Se ce ne fossero due, la nazione si troverebbe in uno stato di anarchia. L’uomo ha solo un corpo; il corpo ha solo una testa. Se avesse due teste l’uomo sarebbe un mostro. Noi sappiamo, dunque, che sebbene ci siano molti tipi di esseri spirituali nell’universo, c’è solo un Signore del Cielo, il primo creatore del cielo e della terra, del genere umano e di tutti i fenomeni, che li controlla e li sostiene. Che adito resta a dubbi, signore?

51. Il letterato cinese dice: Ora che ho inteso personalmente i suoi insegnamenti, credo che il Signore del Cielo sia supremo e che veramente non ci sia nessuno che lo preceda. Ciononostante, vorrei ascoltare tutta la dottrina che Lo riguarda.

52. Il letterato occidentale dice: Le persone non sono in grado di comprendere completamente la natura anche del più piccolo insetto al mondo, come la formica. Tanto meno semplice, quindi, deve essere comprendere completamente il Signore del Cielo, supremamente grande e degno di lode. Se fosse semplice per l’uomo comprenderLo, non sarebbe il Signore del Cielo.

53Tanto tempo fa, c’era un re che voleva comprendere la verità riguardo al Signore del Cielo e a tal fine interrogò il suo saggio ministro. Questi disse: «Mi conceda tre giorni per meditare sulla sua domanda». Allo scadere del terzo giorno il re pose di nuovo la domanda, e il ministro replicò: «Mi deve concedere altri sei giorni prima che io possa fornirle una risposta». Trascorsi altri sei giorni, il ministro ne chiese altri dodici. Il re si adirò e disse: «Ti stai prendendo gioco di me?», il ministro rispose: «Come potrebbe il suo ministro osare prendersi gioco di lei; è semplicemente che la verità sul Signore del Cielo è inesaustibile, e dopo ogni giorno in cui mi sono dedicato totalmente a profonde considerazioni su di Lui, la verità su di Lui è apparsa ancora più sottile. È come fissare il sole: più si guarda, più confusa diviene la visione. E per questa ragione che trovo difficoltà a darle una risposta».

54.  Un tempo c’era anche un saggio occidentale di nome Agostino che voleva comprendere completamente la verità sul Signore del Cielo, per poter scrivere un libro in merito. Un giorno andò lungo il mare a fare una passeggiata; stava riflettendo su questa verità quando vide un bambino che scavava una buca nella sabbia, utilizzando una conchiglia per riempire la buca con l’acqua del mare. Il saggio ridendo chiese: «Cosa stai facendo?». Il bambino rispose: «Sto usando questa conchiglia per riversare tutta l’acqua del mare in questa buca». Il saggio, ridendo, disse: «Perché sei così folle da usare uno strumento così piccolo per riversare tutta l’acqua del mare in una piccola buca?». Il bambino replicò: «Visto che sai che l’acqua dell’immenso oceano non può essere attinta con una conchiglia e che una piccola buca non può contenerla, perché sei intento in un simile lavorio mentale, cercando di usare le capacità umane per comprendere appieno la verità riguardo al Signore del Cielo, per scriverla in un piccolo libro?». Non appena finito di pronunciare queste parole, il bambino scomparve. In quel momento il saggio comprese improvvisamente la verità, e capì che il Signore del Cielo aveva mandato uno spirito ad ammonirlo.

55. Poiché le cose sono comprese in differenti categorie, posso determinarne somiglianze e diversità sulla base di queste categorie e da ciò derivarne la natura delle cose. Posso vedere le forme e udire i suoni delle cose che possiedono forma e suono, e da ciò evincerne la natura. Le cose che possiedono limiti possono essere misurate da un confine all’altro, e da ciò si può giungere a conoscerne le dimensioni fisiche. Il Signore del Cielo, invece, trascende tutte le categorie e non appartiene a nessuna di esse. Sotto quale categoria, quindi, può essere sussunto? Visto che il Signore del Cielo non ha forma né suono, da quali segni può essere appreso? La sua sostanza è inesaustibile, e le Sei Direzioni non possono contenerlo entro i propri confini. Come si può avere anche solo un indizio di quanto sia grande? Se si desidera dare indicazioni sulla Sua natura, non c’è via migliore di farlo se non usando parole come “non” e “senza” perché, se si usassero parole come “è” e “ ha” si avrebbe un margine di errore troppo ampio.

56. Il letterato cinese dice: Come può “Colui che è dall’Origine” e “Colui che ha dall’Origine” essere descritto con parole come “non” e “senza”?

57. Il letterato occidentale dice: L’uomo è un recipiente poco capiente e incapace di contenere la grande dottrina riguardante il Signore del Cielo. Noi sappiamo solo che le cose necessitano di un fondamento e che il Signore del Cielo non può averlo, ma non abbiamo modo di esprimere completamente la Sua nobiltà. Noi sappiamo solo che le cose hanno mancanze, e che il Signore del Cielo non le ha, ma non possiamo indagare sulla Sua perfezione.

58. Se si vuole dire cosa sia il Signore del Cielo, si può solo dire che Lui non è né cielo né terra; la Sua grandezza e la Sua intelligenza sono molto più estese e ampie di quelle del cieli e della terra. Non è un fantasma o uno spirito; la Sua essenza spirituale trascende tutti i fantasmi e gli spiriti. Non è un essere umano; sopravanza totalmente tutti i saggi e i sapienti. Non è moralità; è la fonte della moralità.

59. Non ha passato né futuro. Se dovessi parlare del Suo passato, potrei solo dire che non ha inizio, e se dovessi parlare del Suo futuro, potrei farlo solo dicendo che è senza fine.

60. Se volessi inferire la natura della Sua essenza, troverei che nessun posto può contenerlo e, comunque, che non esiste luogo in cui non sia presente; che è immobile, eppure che è la causa agente di ogni movimento; che non ha mani o bocca, ma che crea tutte le cose e istruisce tutte le persone.

61. Il Suo potere non può essere distrutto o diminuito, e può creare le cose dal nulla. La Sua conoscenza è imparziale e infallibile. Cose che hanno avuto luogo più di diecimila generazioni fa ed eventi di diecimila generazioni addietro ad oggi, sono per Lui come accadimenti che cadono sotto i nostri occhi; non c’è nulla che non Gli sia noto. È perfettamente buono e senza difetti ed è il luogo in cui riposa, infine, ogni bontà. Non può ospitare alcun male. La Sua misericordia è grande e senza limiti, aperta a tutto, imparziale; e giunge in ogni dove. Anche il più piccolo tra gli insetti è un ricettacolo dei Suoi benefici.

62.  Quando giungiamo a parlare di tutte le buone cose e delle buone azioni nell’universo, non ce n’è alcuna che non provenga dal Signore del Cielo. Ma, se le paragoniamo alla Fonte, non sono neanche comparabili ad una goccia d’acqua che cade nell’oceano. La felicità, prosperità, virtù, capacità, grandezza e completezza del Signore del Cielo sono così vaste che non gli si può aggiungere o togliere nulla. Così, anche se le acque dei fiumi e degli oceani potessero ritirarsi completamente, se tutta la sabbia lungo il mare potesse essere contata o l’universo colmato, sarebbe ancora impossibile comprendere completamente il Signore del Cielo. Come, dunque, potrebbe qualcuno spiegarLo totalmente?

63.  Il letterato cinese dice: Che dottrina ricca! Spiega ciò che l’uomo è incapace di spiegare e dice esaustivamente ciò che l’uomo non è in grado di dire esaustivamente. Mentre la ascolto, vedo per la prima volta la Grande Via e il ritorno alla Fonte Suprema di tutti i fenomeni. Ma mi piacerebbe continuare i miei studi fino alla fine e non oso disturbarla oltre per oggi. Tornerò ancora un altro giorno per ricevere il suo insegnamento.

Da Il vero significato del “Signore del Cielo”, Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2006, traduzione e cura di Alessandra Chiricosta, pp. 76-94. N.B. Il testo qui riportato non presenta le note dell’apparato critico del traduttore.